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Strage di Bologna: “Mattarella punta il dito sulla strage neofascista"

  • oposservatoriopoli
  • 4 ago
  • Tempo di lettura: 5 min

Si sarebbero dovute commemorare le ottantacinque vittime di questo orrendo massacro ed invece, per l'ennesima volta, non si è persa occasione per comiziare di politica.

 

Ci siamo abituati...ahimè...

 

Le nostre parti politiche non si distinguono mai dal fare, ma sempre nel criticare.

 

Ma dal Capo dello Stato, primo Magistrato d'Italia, garante dei diritti del popolo, ci si aspetterebbe, e si dovrebbe pretendere, non politica ma comunione.

 

Aggregazione e non spaccatura.

 

Soprattutto se, nello specifico, esprime opinioni personali non suffragate da documenti giudiziari, poiché dal processo pubblico non emerge nessuna chiara e cristallina verità su chi ha commesso quanto accaduto.

 

Verità richiesta a gran voce più volte anche da Paolo Bolognesi, ex Presidente dell'Associazione delle vittime della strage di Bologna.

 

Abbiamo pensato, quindi, per dovere di verità e per continuare a cercarla, di realizzare un riepilogo completo delle dichiarazioni pubbliche e processuali più rilevanti, in cui i membri dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) hanno affermato di non essere stati loro a compiere la strage di Bologna.

 

Queste sono le dichiarazioni note dei NAR sul coinvolgimento nella strage di Bologna.

 

Luigi Ciavardini, condannato insieme a Fioravanti e Mambro, ha dichiarato in più contesti: “Siamo innocenti. Non abbiamo commesso la strage di Bologna. Le prove contro di noi sono minori rispetto a quelle per altre strade. Sentenza più storica che giudiziaria” 

E su Facebook aggiunse: “Sono una delle vittime della strage... troppe falsità vengono raccontate per mantenere equilibri”

 

Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, anche loro condannati in via definitiva, hanno sempre sostenuto di non aver partecipato alla strage.

 

Nel 1992, inoltre, dichiararono: “Non siamo mai stati i tipi da fare stragi. Abbiamo fatto scelte dure e sbagliate, ma non ci siamo mai nascosti. Bologna non è roba nostra.”

 

Fioravanti ha sostenuto che l’attacco era opera della Libia e che lo Stato italiano evitò di approfondirlo per ragioni legate al petrolio.

 

Mambro ha affermato che i NAR erano: “giovani arroganti” privi delle risorse necessarie per realizzare una bomba di tale portata e che non sarebbe stata mai loro intenzione colpire civili innocenti.

 

Gilberto Cavallini, nel processo d’appello ha depositato una memoria di 50 pagine sostenendo: “Noi, i NAR, siamo il capro espiatorio perfetto.”

 

E in aula dichiarò: “Non siamo noi che dobbiamo abbassare gli occhi a Bologna… non abbiamo da chiedere perdono a nessuno.”

 

Andiamo nel mezzo del contesto giudiziario e storico, dopo anni di inchieste, Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini sono stati condannati all'ergastolo per la strage del 2 agosto 1980, ritenuti esecutori materiali.

 

Ma, come abbiamo già accennato, allo stesso tempo l’Associazione Familiari delle Vittime, guidata da Paolo Bolognesi, ha denunciato che queste affermazioni costituiscono una “operazione cialtronesca” e una forma di “reticenza strategica”, non cooperativa con la verità.

 

Critiche accese non sono mancate e sono arrivate anche da giornalisti come Andrea Colombo, secondo cui la “verità giudiziaria” sulla partecipazione dei NAR alla strage è insufficiente e basata su testimonianze che presentano anomalie.

 

Insomma, come sempre, nei grandi processi all’italiana c’è caos, paradigma, partigianeria, disordine, discordanza e poca giustizia giusta.   

 

In una riflessione più approfondita, le loro dichiarazioni non negano la violenza ideologica dei NAR, ma puntano il dito sui mandanti reali o sul contesto politico più ampio, servizi deviati, P2, logge, Stati esteri.

 

Inoltre il silenzio sulle fonti e complici reali e la costante reticenza ufficiale alimentano il sospetto che la verità storica non coincida con la verità processuale.

Anche se condannati, la narrativa difensiva postuma descrive un disegno strategico occultato, perché assistiamo coscienti “non ad un atto individuale ma ad un gioco di potere da cui i NAR furono sacrificati”.

 

È palese, è scontato, è chiaro, non avrebbero potuto, non potevano non avrebbero avuto gli strumenti né alcuna finalità oggettiva, neanche ipotetica.

 

Perché i NAR non avrebbero avuto alcun “movente ideologico” nel compiere la strage a Bologna?

 

Perchè chi combatte il potere costituito alla ricerca della rivoluzione dovrebbe mettersi contro il popolo?

 

Come se Masaniello per convincere i Napoletani ad insorgere ne avesse fatti trucidare un centinaio facendo cadere la colpa sui Borboni.

 

Il periodo storico non è stato mai analizzato e considerato.

 

Perchè?

 

Dove sono, in questo caso giudiziario, le centinaia di “analisti” che vomitano milioni di elucubrazioni concettuali sui maggiori casi giudiziari nazionali?

 

E quelli che invece hanno finora pontificato, perché non hanno mai menzionato l’Assenza di rivendicazione?

 

E già, nessun comunicato ufficiale dei NAR ha mai rivendicato la strage, al contrario delle loro azioni precedenti, sempre firmate con orgoglio militante, attentati mirati contro obiettivi politici, omicidi, rapine ...

 

Inoltre, i NAR agivano contro lo Stato ma in modo selettivo e “politico”, non con massacri indiscriminati di civili in stazioni ferroviarie.

 

Come mai non si è presa in considerazione questa precisa “scomposizione contestuale”?

 

Come mai ad un tratto si è assistiti alla peggiore delle contraddizioni ideologiche?

 

Il NAR nasceva come gruppo rivoluzionario “nero”, antistatalista e anti-sistema, ostile anche alla destra istituzionale (MSI), una strage simile a Bologna, compiuta in pieno agosto in una stazione, non danneggia il potere, ma semina caos nella popolazione civile, cosa che contraddiceva il loro stesso linguaggio “etico” di guerra al sistema.

 

Infine Fioravanti e Mambro hanno sempre sostenuto che: “non era nel nostro stile ammazzare donne e bambini”.

 

E molti, anche a sinistra, hanno dato credito a questa affermazione ... ad esempio, il parlamentare di Democrazia Proletaria di nome Luigi Cipriani.

 

Però … niente, in questo caso si è tirato dritto alla sentenza di condanna!

 

Ma il senso dell’attentato?

 

La mancanza di utilità operativa del vile gesto è palese.

I NAR erano in clandestinità nel 1980, già fortemente sotto pressione da parte delle forze dell’ordine e di certo una strage di quella portata non portava vantaggi strategici al gruppo ma solo la definitiva distruzione, dopo la Strage a Bologna, infatti, l’intera struttura fu smantellata!

 

C’erano numerose piste investigative alternative, ad esempio la pista internazionale (mediorientale o stay-behind) come molto più coerente con la dinamica e la portata dell’attentato e alcuni documenti desecretati (anche recenti) relativi alla strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, fanno riferimento al coinvolgimento di apparati deviati, e alla possibilità che i NAR siano stati capri espiatori, o usati per coprire un’operazione più grande.

 

Quale operazione?

 

Niente.

 

Tutto tace.

 

Moro?

 

Tutto tace.

 

Pecorelli?

 

Tutto tace.

Attentato al Santo Padre?

 

Tutto tace.

 

Falcone e Borsellino?

 

Tutto DEVE tacere …

 

E infine, per i NAR a Bologna, che dire della mancanza di prove dirette?

 

E si, le condanne si sono fondate principalmente su dichiarazioni di “pentiti” (in particolare Massimo Sparti, legato alla banda della Magliana), non su prove scientifiche.

 

Nessuna traccia materiale inequivocabile ha mai legato fisicamente i NAR alla bomba.

 

La conclusione?

 

Forse non è necessario assolvere i NAR per fare una riflessione critica.

 

Si può ammettere la loro colpevolezza giuridica e contemporaneamente chiedersi se non siano stati solo un tassello strumentale in una strategia più ampia - la cosiddetta strategia della tensione, che ha fatto delle stragi un linguaggio politico per destabilizzare e controllare l’Italia.

 

Già...

 

Controllare l’Italia …

 

Ma … da chi?

 

O per chi?

 

E con chi?

 

Abbiamo bisogno di verità.

 

Quella vera.

 

Quelle ottantacinque vittime innocenti la pretendono.

 

I familiari la pretendono.

 

Il popolo la pretende.

 

Basta...cazzo...basta...


Articolo cura di Fidi@s1970 - Member 20643 * GNS Press Association

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