
Carmine Pecorelli, detto "Mino"
Mino Pecorelli, all'anagrafe Carmine Pecorelli (Sessano del Molise, 14 giugno 1928 - Roma, 20 marzo 1979), è stato un giornalista, avvocato e scrittore italiano che nell'ambito del giornalismo si occupò d'indagine politica e sociale, e fu fondatore dell'agenzia di stampa «Osservatore Politico» (OP) da cui nacque nel 1968 l'omonima rivista.
Appena sedicenne, in piena seconda guerra mondiale si arruolò nel Corpo Polacco in quel periodo attivo nella sua zona. Combatté in prima linea nella battaglia di Montecassino, e poi a Pesaro, Urbino ed Ancona.
Dopo la fine del conflitto mondiale si diplomò a Roma; successivamente si trasferì a Palermo, dove si laureò in giurisprudenza all'Università di Palermo.
Tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta lavorò nella capitale come avvocato specializzato in diritto fallimentare e divenne assistente di Egidio Carenini, vice segretario amministrativo della Democrazia Cristiana che risulterà poi essere iscritto alla loggia P2 e che lo accompagnerà fino al momento della morte.
Successivamente fu nominato capo uffico stampa del ministro Fiorentino Sullo (sempre della DC), iniziando così ad entrare nell'ambiente del giornalismo.
Nel marzo del 1978 Pecorelli decise di trasformare l'agenzia in un periodico regolarmente in vendita nelle edicole. Non disponendo del denaro necessario per una simile avventura editoriale, chiese più volte a personaggi di spicco finanziamenti sotto forma di acquisto di spazi pubblicitari.
L'operazione editoriale stupì per il tempismo tra il primo numero del settimanale OP e la strage di via Fani a Roma, con cui iniziò il periodo dei 55 giorni del sequestro di Aldo Moro.
La sera del 20 marzo 1979, mentre è appena entrato nella sua auto, parcheggiata in via Orazio, alcuni colpi di pistola tolgono la vita al giornalista Carmine Pecorelli.
Fu assassinato da un sicario che gli esplose quattro colpi di pistola - uno in faccia e tre alla schiena, i bossoli calibro 7,65, trovati sono molto particolari, due marca G.L.F. e due marca Gevelot, questi ulimi assai rari sul mercato (anche su quello clandestino), ma dello stesso tipo di quelli che sarebbero poi stati trovati nell'arsenale della Banda della Magliana, rinvenuto nel 1981 nei sotterranei del Ministero della Sanità.
Ma questa, forse, è un altra storia ...
Carmine Pecorelli fu decorato al Merito di Guerra dal Generale e politico polacco Władysław Albert Anders che gli concesse personalmente l'Onorificenza polacca della Croce al Merito con le Spade di Bronzo (Krzyż Zasługi z Mieczami, istituita, il 19 ottobre 1942) per aver partecipato alla cattura di un gruppo di soldati tedeschi a Montecassino.


Cronistoria degli eventi giudiziari dopo l’omicidio.
Subito dopo l'omicidio, viene aperta un'inchiesta a carico di ignoti affidata al magistrato di turno, Mauro e Domenico Sica.
Nell'indagine vengono coinvolti Massimo Carminati, Licio Gelli, il Tenente Colonnello del SISMi Antonio Viezzer (soprannominato il Professore), Cristiano e Valerio Fioravanti.
Il 15 novembre del 1991 il giudice istruttore Monastero proscioglie tutti gli indagati: “per non avere commesso il fatto”.
Il 6 aprile 1993 Buscetta accusa Andreotti.
Il 29 luglio il Senato concede l'autorizzazione a procedere per l'ex presidente del Consiglio.
Nell' agosto '93 le dichiarazioni dei pentiti della banda della Magliana, in particolare quelle di Carnevale, coinvolgono l'allora pm romano Claudio Vitalone.
Il 17 dicembre 1993 l'inchiesta arriva alla procura di Perugia. Claudio Vitalone viene ufficialmente iscritto nel registro delle notizie di reato.
Il 20 luglio 1995 l'allora procuratore capo Nicola Restivo ed i sostituti fausto Cardella e Giovanni Carnevale depositano la richiesta di rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio, per Giulio Andreotti, Claudio Vitalone, Gaetano Badalamenti, Giuseppe “Pippo” Calò, Michelangelo La Barbera e Massimo Carminati. Quest’ultimo chiese ed ottenne di essere processato con il rito immediato.
Il 17 novembre 2002 la sentenza d’appello di condanna per il senatore a vita Giulio Andreotti.
Il 30 ottobre, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna a 24 anni del senatore a vita Giulio Andreotti e di Gaetano Badalamenti, ribaltando le tesi dei giudici d'appello di Perugia.
Le indagini sull'omicidio sono state riaperte il 5 febbraio 2019, dopo le dichiarazioni di Vincenzo Vinciguerra, neofascista di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale.
27 settembre 2023, Omicidio Pecorelli: nuovo impulso della procura di Roma: focus su Fioravanti.
(La documentazione relativa al processo è conservata presso l'Archivio di Stato di Perugia.)
LIBRI SU MINO PECORELLI
CORRIAS, Marco.; DUIZ, Roberto. Mino Pecorelli: Un uomo che sapeva troppo: [La ricostruzione di un caso ancora aperto nell'Italia dei misteri]. Milano, Sperling & Kupfer, (Informa; J72), 1996.
Il delitto Pecorelli, Super Tascabili Sperling, (Gialli & Vero), Milano, 1999.
DI GIOVACCHINO, Rita. Scoop mortale: Mino Pecorelli: storia di un giornalista kamikaze. (Prefazione di Massimo Teodori). Napoli, T. Pironti, 1994.
IACOPINO, Vincenzo. Pecorelli-OP: storia di una agenzia giornalistica. Milano, Italy: SugarCo, 1981.
MANGIAVACCA, Franca. [a cura di]. Memoriale Pecorelli: dalla Andreotti alla Zeta. [Vol. 1]: Economia parallela. [Vol. 2]: Stato deviato. Roma, International EILES, 1996.
PECORELLI, Francesco.; SOMMELLA, Roberto. I veleni di OP: le "notizie riservate" di Mino Pecorelli. (Prefazione di Sergio Flamigni). Milano, Kaos Edizioni, (Libertaria),1995.
SURACE, Stefano. I padrini della pornografia e il delitto Pecorelli. Roma, La parola, 1979.









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