PERICOLOSO REMAKE: Cose brutte già viste, già vissute...
- oposservatoriopoli
- 2 giorni fa
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Ne abbiamo viste di cose nel tempo.
Ne abbiamo vissute di cose nello spazio.
Così come abbiamo già visto “saluti romani” e “pugni alzati” nelle manifestazioni di oggi.
Ciò che invece non abbiamo ancora visto è l’incontro tra le avverse “tifoserie”.
Incoccio che prima o poi,se si continua così, arriverà.
Purtroppo.
Si. Perché l’italiano medio è sornione, moderato, ed anche fancazzista a volte,ma non è stupido.
E se c’è una parte dell’Italia che manifesta pacificamente, ce n’è una che manifesta nel peggior modo possibile, che blocca tutto, sfascia tutto e aggredisce le forze dell’ordine impunemente.
Ma c’è anche una ulteriore parte che non sta buona e zitta, anzi, risponde e può rispondere in maniera smodata.
Ed è proprio quella parte ancora dormiente, quella che la sinistra stà punzecchiando nel tentativo di risvegliare, per poi puntarle il dito contro.
Ma, come c’insegnano i vecchi e saggi, ogni volta che qualcuno punta il dito contro qualcun'altro, ne sta puntando almeno tre verso se stesso...
Quella parte che dorme, è proprio “quella parte” “inquadrata” e pronta allo scontro: l’opposta fazione…
E già. Vi vengono i brividi a leggerlo, eh?
Anche a noi a scriverlo.
Si, lo sappiamo, c’è stato un tempo in Italia che …
La "guerra" degli opposti estremismi.
Il “comunista combattente” da una parte, ed il “nero”, il fascio, dall'altra.
Quelli di estrema sinistra contro quelli di estrema destra.
Film già visto, purtroppo, negli anni a cavallo tra il '70 e l'80.
Per questa sinistra ormai svuotata d’ideologia, non conta più da dove si viene o in cosa si crede.
Conta solo una cosa: esserci, manifestare, fare massa e possibilmente creare paura e danni per poi “accollare” la colpa al Governo attuale, reo ed istigatore.
Oggi, per l’estrema sinistra, la forza non è più la visione, ma la capacità di mobilitare la seconda linea - quella fatta di disagio sociale, di maranza arruolati, di clandestini trascinati in piazza come carne da slogan.
Il loro “cemento” non è politico, è funzionale: il collante dell’odio, la rabbia come collirio identitario.
E lo zoccolo duro, la loro “prima linea”, è composto da quelle maestranze dell’illegalità che chiamano “resistenza” ciò che in realtà è anarchia romantica travestita da rivoluzione.
Solo che l’anarchia, per quanto la si voglia idealizzare, non è compatibile con la natura umana, neppure per ipotesi.
Specialmente in questo secolo, dove la rabbia viene venduta come ideologia.
La sinistra di oggi, sta giocando con il fuoco.
Sta provocando, scientemente, un fronte che non potrà controllare.
In tutta Europa, neanche si fossero messi d'accordo, le sinistre stanno stuzzicando un drago che dorme - ed il drago, si sa, dorme con un occhio aperto.
Invece perseverano: continuano a urlare, frignare, aggredire, sfasciare, punzecchiare, deridere, come se la realtà non avesse memoria né limiti.
E, purtroppo, le reazioni arriveranno.
Perché arrivano sempre.
Ad ogni azione scaturisce una reazione.
Si vedono già all’orizzonte: cento, mille, diecimila persone inquadrate, vestite di nero, con lo sguardo di chi non gioca più a fare il ribelle da social.
E quando si presenteranno dall’altra parte della barricata, non ci sarà niente di romantico.
Per la sinistra non saranno “avversari”, ma nemici veri - gente concreta, organizzata, che non ha tempo per i cori o i cartelli.
E lì cadrà il velo dell’illusione.
Perché il “camerata” da piazza, tanto disprezzato e ridicolizzato, non è un manifestante di prossimità: è la conseguenza diretta del disordine che la sinistra stessa alimenta.
Senza bandiere, senza schieramenti, senza slogan.
Solo ordine e reazione.
Guardate bene: ogni manifestazione di sinistra finisce allo stesso modo, con il solito rituale di distruzione, vandalismo e rabbia cieca.
Ma un giorno - e quel giorno, purtroppo, si avvicina velocemente - qualcuno dall’altra parte smetterà di stare a guardare.
Perché non vengono fermati?
Perché tutto questo non ha un freno?
Non c’è bisogno di analisti del terrorismo endogeno, basta il riassunto di una persona normale che osserva quello che accade per capire che oggi si è in prossimità del limite. Allora, perché non fermare tutto “prima”?
Cosa c’è dietro?
Chi manovra chi?
Ma, soprattutto, perché?
Questo è un gioco da grandi, pericoloso, rischioso, e noi non vogliamo giocare a questo gioco.
Il popolo, il nostro paese, non ha bisogno di nuove ondate di terrorismo.
Si, perché questo è terrorismo.
Perché il “terrorismo” altro non è che una sorta di lotta politica basata su violenze indiscriminate e destabilizzanti, impiegato da gruppi clandestini rivoluzionari.
E non c’è bisogno di una matrice storica, islamica o internazionale per definirlo, basta leggere gli slogan, come ad esempio quello di quel perfetto imbecille che ancora oggi inneggia alla “lotta armata”.
Probabilmente perché i tempi della lotta armata non li ha vissuti.
Altrimenti non lo direbbe.
Come?
Non c’è nessuno che inneggia alla lotta armata?
Nossignori, non è così.
Conoscete un certo Alessandro Corti?
No?
Ve lo presentiamo noi di OP.
Alessandro Corti è un consigliere del Partito Democratico (ma che strano…) del Municipio 7 di Milano il quale, senza alcuna remora, sfacciatamente, senza neanche capire realmente ciò che stesse facendo, ha pubblicato un video su Facebook dicendo: "Ripetiamo insieme: la Lotta armata su territorio illegalmente occupato è legittima sulla base del Diritto Internazionale, dalla Carta ONU del 1945 alle Sentenze della Corte di Giustizia Internazionale". E questo a prescindere "che sia fatta dai socialisti, dagli islamisti, è sempre lotta armata".
Avete letto bene, si. Il messaggio è forte,chiaro e preciso.
Non contestualizziamo, diciamola tutta, questo signore non può rimanere “in servizio” e dovrebbe dimettersi.
Perché, per lui, consigliere municipale, la “lotta armata” è sempre legittima.
Ma questo signore(?) non è un politico, non è un fasciososso, non è un anarchico:
questo è un estremista!
Alessandro Corti non è un “personaggio controverso”.
E' un adulto che ricopre una carica pubblica e si è esposto davanti a una telecamera dicendo parole che in una democrazia normale avrebbero il peso di una bomba morale.
Il video è pubblico e la sua frase è testuale: “Ripetiamo insieme: la lotta armata su territorio illegalmente occupato è legittima…” - dichiarazione apparsa nei resoconti dei media, ne vale la sua sospensione dal ruolo, ma come minimo.
Invece …niente! Nulla...
Diciamolo chiaro: non stiamo parlando di una frase incauta buttata lì in privato.
È un’affermazione pubblica, ripresa e condivisa su Facebook, con la quale un rappresentante eletto legittima - senza alcuna vergogna - l’uso della violenza politica come strumento legittimo indipendentemente dall’ideologia di chi la compie.
Questo non è “dibattito”, è minaccia morale e legittimazione dell’illegalità.
E quindi veniamo alle cose pratiche, in Italia l’istigazione a delinquere è un reato previsto e punito dal Codice Penale (art. 414).
Chi pubblicamente istiga a commettere delitti o fa apologia di delitti può essere perseguito.
Non è un’opinione accademica: è legge.
Se un consigliere pubblicamente inneggia alla “lotta armata”, la Procura ha più di un elemento per valutare i fatti, ecco, questo è un atto doverosamente dovuto mentre, almeno per ora …niente!
E noi siamo sicuri che non gli accadrà niente!
Ma oltre alla possibilità penale, c’è la responsabilità politica e civile, un eletto che sdogana la violenza non può restare in carica un giorno di più senza che il suo partito intervenga, senza che il Presidente del Municipio prenda posizione, senza che la città chieda conto.
Ma dopotutto, a Milano c’è Sala …
Non è una questione di “libertà di espressione” in astratto, la libertà ha limiti precisi quando diventa incitamento al reato o apologia di terrorismo.
La giurisprudenza e gli studi sul tema spiegano come il confine tra opinione e istigazione pubblica non sia un buco: è una linea netta che tutela l’ordine pubblico.
Quindi: cosa dire a Corti, e a chi come lui prova a normalizzare la violenza?
- Sei irresponsabile fino al midollo.
- Sei pericoloso per la comunità che rappresenti.
- Hai fatto più danno alla credibilità del pd nella tua circoscrizione con quel video che anni di dibattito politico non avrebbero potuto riparare.
- Il fatto che tu abbia parlato di «Carta ONU» e «sentenze internazionali» non cancella la gravità: usare il linguaggio del diritto per giustificare la violenza è ipocrisia intellettuale.
In un paese sano, cosa dovrebbero fare le istituzioni ?
Beh, il Pd locale e nazionale dovrebbero sospenderti ed aprire un procedimento disciplinare: la politica non è un salvacondotto per chi legittima la violenza.
In seconda battuta la Procura competente dovrebbe valutare se la tua dichiarazione configuri istigazione o apologia ai sensi dell’art. 414 c.p. (la norma è esplicita).
Infine la stampa e la società civile non dovrebbero né minimizzare né contestualizzare ad oltranza, ma dovrebbero chiamare le cose col loro nome.
La tolleranza verso chi sdogana la lotta armata è un formidabile cortile dove crescono radicalismi e violenze.
Non si tratta di censura, qui si tratta di proteggere la democrazia.
Corti, come tanti e tanti altri della sua area di pensiero, non ha fatto una gaffe, ha commesso un’aberrazione politica che chiede risposte nette - sanzione politica, spiegazioni pubbliche, e se necessaria valutazione penale.
E questo valga per tutti.
Senza differenze di corrente politica.
Ma, a quanto pare, come al solito, tutto sarà dimenticato presto, tutto sarà stato un equivoco.
Perché in fondo, se "cortigiana" che vuol dire mignotta detta in pubblico al Presidente del Consiglio in carica non ha sortito effetto, cosa vuoi che faccia se un Consigliere comunale inneggia pubblicamente alla “lotta armata”?
Sono intellettuali, che ci vuoi fare?
"Ma che cazzo c'avete in testa tutti" …direbbe Chicco.
Cari amici, OP denuncia chiaramente un ricorrente rilancio di simboli e pratiche violente (saluti romani, pugni alzati, pericolose bandiere d’ogni colore) nelle piazze odierne, uno spettacolo già visto che non possiamo più sottovalutare.
C’è il rischio concreto di uno scontro tra “tifoserie”, cioè l’incontro tra piazze opposte che potrebbe degenerare in violenza organizzata, all’orizzonte si vedono possibili forze inquadrate e organizzate - non i soliti manifestanti, ma gruppi pronti allo scontro vero, ci siamo già dimenticati i corsi “anti Polizia” promossi dalla “pr” Ilaria Salis?
Ma sì, ad esempio il corso organizzato dal centro sociale Boccaccio di Monza, fondato da Ilaria Salis …
E a proposito di tifoseria…
Segnaliamo il corteo improvvisato dei tifosi della Juve proprio in Stazione Centrale Milano, inquadrati in un perfetto stile “cameratesco”, che cantando l’inno d’Italia hanno dato vita ad una sfilata con tanto di striscione con su scritto: “Manifestare ci sta’, ma non spaccare le nostre città: Merde!” in chiaro riferimento ai pro-Pal che invece, per manifestare “per la Pace” hanno sfasciato la medesima stazione!
Si, proprio nella Stazione di Milano, la Milano del Consigliere del pd Alessandro Corti …
Basta con la "finta ingenua" che trasforma la disobbedienza in virtù e la violenza in “strumento di lotta”.
Chi oggi spalanca la porta alla violenza verbale e simbolica - e peggio ancora alla sua legittimazione come strategia politica - non sta facendo “attivismo”: sta preparando il terreno per la guerra civile a pezzi.
Ultima cosa, da ricordare sempre tutti, chi semina legittimazione della violenza non è un rivoluzionario, è un responsabile del possibile bagno di sangue che verrà.
Ed anche un pò pezzo di merda...
A chiunque giochi con questo fuoco va tolto il fiammifero.
Ora...porca troia...non domani...
a cura di Mino e Fidi@s
(image dal web)










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