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Minority report: è arrivata la polizia predittiva!

  • oposservatoriopoli
  • 29 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Spiare chi denuncia lo Stato: la nuova Agenzia del sospetto.

 

Tutto in sordina, nessuno sa che ci sia questo “gate” in atto.

O meglio, solo gli addetti ai lavori che fanno finta di niente.

Eppure tutto il mondo ne parla noi no, solo scandaletti da quattro soldi …

Una nuova ondata di “rivelazioni” scuote la libertà d’informazione in Italia: il noto spyware Graphite, prodotto dalla israeliana Paragon Solutions, è stato usato per sorvegliare giornalisti di fanpage.it, numerosi attivisti e persino il fondatore del sito Dagospia, Roberto D’Agostino.

Secondo il laboratorio di ricerca Citizen Lab, almeno tre giornalisti europei - due italiani di Fanpage, tra cui Ciro Pellegrino, e uno rimasto anonimo - sono stati direttamente bersagli di attacchi zero-click su WhatsApp e iMessage, che hanno compromesso le loro comunicazioni riservate.

Alla fine ci siamo arrivati davvero ....

Il paradosso dello Stato contro le voci libere.

Il caso ha scatenato condanne feroci in tutto il mondo, per il leader della sinistra ecologista Angelo Bonelli, si tratta di un vero e proprio scandalo democratico e mentre il governo Meloni nega qualsiasi uso illegale di Paragon, sostiene di aver autorizzato sorveglianze solo su sospetti legati a terrorismo o criminalità organizzata, e sotto stretto controllo giudiziario e parlamentare tramite COPASIR.

Tuttavia, l’opposizione e la stessa Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), insieme all’Ordine dei Giornalisti, hanno lanciato una denuncia penale contro ignoti, lamentando la totale assenza di trasparenza e responsabilità istituzionale.

Ma sarà tutto vero oppure è una classica caccia alle streghe?

Contratti opachi e stop improvviso ci rivelano che potrebbe essere …

L’Italia aveva stipulato contratti con Paragon nel 2023 e 2024 per fini antiterrorismo e anti‑mafia. Ma dopo l'esplosione dello scandalo ha terminato la collaborazione con la società, rifiutando anche assistenza tecnica offerta da Paragon stessa.

Le versioni su chi abbia preso l’iniziativa divergono nettamente.

Nonostante COPASIR abbia riconosciuto l’uso di Graphite contro attivisti, ha negato che giornalisti in particolare come Cancellato fossero stati spiati.

Ma Citizen Lab ha confermato che Pellegrino sì, e i sospetti riguardano altri.

Le accuse si, ci sono però, nessuno mostra le prove alla stampa.

Analizziamo il clima di intimidazione che marcia su due binari.

I giornalisti sono vittime più esposte.

Poverini, soffocati dalla paura di essere tracciati, esposti a ritorsioni, e privati del diritto alla riservatezza delle fonti.

Il governo invece, si è arroccato su una narrazione di legalità, ma incapace - o reticente - a spiegare chi abbia autorizzato le operazioni o fornito i cosiddetti “targeting list”.

Ma questo è solo un pour parler, dove sono gli atti ufficiale delle “spiate”?

Se fosse vero le conseguenze sarebbero la libertà a rischio e lo Stato in ombra ma solo se fosse vero …

Lo scandalo mette in discussione il confine tra sicurezza e autoritarismo, tra Stato legittimo e Stato che sorveglia chi lo critica.

L’iniziativa del Parlamento europeo - che ha discuso formalmente il caso il 16 giugno u.s. - e l’appello delle organizzazioni giornalistiche internazionali (IFJ-EFJ) per una commissione d’inchiesta, potrebbero segnare una svolta.

Il Parlamento europeo ha affrontato la nuova norma, passata quasi sotto silenzio (l’art. 31, quarto comma, della legge n.80 del 2025) è scritta con una tecnica dissimulatoria - spesso usata per mascherare norme discutibili - intessuta di “negazioni” che affermano e di “eccezioni” che contengono in realtà le nuove regole. 

Esito?

L’art. 31 del D.L. 48/2025 (legge di conversione n. 80/2025) amplia le garanzie funzionali riconosciute al personale dei servizi di intelligence (SISMI, SISDE, AISI, AISI). In particolare:

  • Il quarto comma introduce un regime di non punibilità per alcune condotte illecite commesse nell’esercizio delle funzioni di intelligence, anche se in contrasto con specifiche norme penali.

  • Vengono escluse le pene nei casi in cui l’azione sia svolta “in adempimento di ordini o procedimenti autorizzativi” recanti finalità di sicurezza nazionale, anche se ciò comporti violazioni di norme ordinarie.

  • Sono escluse eccezioni: non si applica questa non punibilità alla partecipazione all’associazione mafiosa (art. 416‑bis c.p.) e al terrorismo (art. 270‑bis c.p.)

Tuttavia, l’assenza di risposte “dirette” è più eloquente di mille giustificazioni: anche se si parlasse di sorveglianza preventiva, la mancanza di responsabilità esplicita resta inaccettabile.

Se persino il Parlamento viene messo a tacere in nome del “segreto di Stato”, cos’è rimasto dell’idea stessa di democrazia?

E se fosse tutta una messinscena virtuale e nulla fosse vero?

Il mondo virtuale del web è effimero, transitorio, momentaneo e i dati viaggiano nell’aria, solo dopo vengono lasciati su carta, forse!

Chi controlla chi nel fare cosa e quando?

Ma, soprattutto, perché?

Dubitiamo che il caso Paragon sia una messinscena o che nessuno abbia prove concrete?

Ecco le evidenze più sostanziali e verificabili emerse fino ad oggi, nel dettaglio.

L’organizzazione di ricerca canadese The Citizen Lab (un laboratorio interdisciplinare con sede presso la Munk School of Global Affairs & Public Policy dell'Università di Toronto) ha condotto esami approfonditi su smartphone di giornalisti e attivisti, trovando su diversi dispositivi come ad esempio quello di Luca Casarini e Giuseppe Caccia, tracce digitali inequivocabili - codificate come BIGPRETZEL su Android - compatibili con lo spyware Graphite sviluppato da Paragon.

Ed è stata confermata una infezione forense su più giorni, tra il dicembre 2024 e gennaio 2025, su più dispositivi italiani.

Tuttavia The Citizen Lab di Toronto lavora all’estero su dati informatici, ovvero, in accertamenti che possono considerarsi anche irripetibili e, soprattutto, senza l’analisi dei consulenti di controparte!

In più, l’infezione forense è per sé riproducibile in darkweb da hacker esperti, non basta dire: “…su più dispositivi italiani”, servono prove concrete e sempre un contraddittorio fra consulenti tecnici perché la prova, seppur informatica, in Italia si forma in dibattimento!

Se fosse vero la sovranità democratica perde pezzi, se cittadini, attivisti e giornalisti - coloro che denunciano e verificano - diventano obiettivi dello Stato stesso come pezzi dell’antistato.

La vera minaccia alla democrazia non è l’attivismo critico ma la capacità di governo di trasformare il cittadino in sospetto.

E chi dissente, non dovrebbe mai essere intercettato.

Il controllo legittimo non può mai diventare punizione preventiva.

Si è passati da attenzionati a indagati a sotto sospetto costante …

Se fosse vero!


A cura di Fidi@s1970 - Member 20643 * GNS Press Association e "Mino"

(Immagine dal web)

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