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Milano: l’inchiesta che fa tremare il Comune ed il Sindaco Sala.

  • oposservatoriopoli
  • 17 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Fidi@s1970 - Member 20643 * GNS Press Association


Milano è oggi al centro di una bufera giudiziaria: le Procure hanno chiesto l’arresto dell’assessore comunale all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e di Manfredi Catella, fondatore del gruppo immobiliare Coima, nell’ambito di una maxi inchiesta che coinvolge permessi urbanistici sospetti e un sistema speculativo ben oliato.


Sei indagati per ora - tra cui l’architetto Stefano Boeri - sono stati sottoposti a perquisizioni, e il tutto ha portato a un blocco dei cantieri e crescente tensione politica.

 

Eccolo il “tremore politico” per le opposizioni all’attacco!

 

Le reazioni politiche sono state immediate: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle chiedono a gran voce le dimissioni del sindaco Sala, denunciando una paralisi istituzionale ed un sistema “compromesso”.

 

Eppure alcuni “movimenti” si muovono solo ora contro Sala …

 

Ma Sala non si smentisce neanche in ritirata, infatti, ha definito alcuni comportamenti in consiglio comunale come: “scene da Ventennio fascista”, attaccando l’approccio dell’opposizione.

 

Quando non gli va a genio qualcosa, Sala ha sempre a che fare con i “fascisti”!

 

Tuttavia, l’opposizione resta ferma nel richiedere un "cambio radicale" alla guida della città, una città alla deriva, allo sbando, in preda al delirio periferico e in mano ad un pool di radical chic che ne vogliono prendere il dominio centrale e commerciale.

 

Milano centro: il polo dei benpensanti!


Il modello “radical chic” di Sala?


Ideali progressisti come ostacolo alla qualità della vita!

 

Molti commentatori politici descrivono Milano come un laboratorio del “progressismo da salotto”: politiche ambientaliste, urbanistiche audaci, accoglienza senza filtri e pedaggi, tutto ha un costo a Milano, anche respirare.

 

Ad una attenta analisi il “progetto di Sala” si è rivelato elitario e assolutamente disconnesso dalle reali esigenze dei milanesi.

 

Immigrazione e sicurezza?

 

Il risveglio è tardivo.

 

Nel corso del suo mandato, Sala ha promosso iniziative multietniche simboliche - dal grande(?) picnic al Parco Sempione del 2018 alle tabellate generose sull’accoglienza - definendo Milano un modello da esportazione ma forse voleva dire da “espropriazione”.

 

Ma dopo eventi di cronaca come aggressioni gravi e violenze in stazione Centrale il discorso pubblico sull'immigrazione è drasticamente mutato in chiave di sicurezza e ordine e questo gesto, ovvio, è autentica “tattica elettorale”.

 

Sala, le giuste critiche dalla società civile, quella che vede e che giudica.

 

Un articolo sul Giornale ha ritratto Milano come città governata per ricchi giovani single, lontana dalle periferie: “le città hanno bisogno di tutti”, ammonisce la cronista citando critiche di “intellettuali” come Severgnini.

 

Ma di “tutti” chi esattamente?

 

Basta scrollare i social per leggere le migliaia di testimonianze cittadine su degrado, piste ciclabili pericolose, speculazione immobiliare, precarietà abitativa e sicurezza sotto tono.

 

Di Sala dicono: “Ha distrutto la mobilità facendo piste ciclabili inutili… è letteralmente il simbolo radical chic per eccellenza” e ancora: “Una città per ultraricchi… una città in cui il prezzo di beni e servizi è sganciato completamente dal valore…” e sui social dicono molto, molto altro …

 

Le voci avvelenate raccolte evidenziano una percezione crescente di Milano come città esclusiva, con politiche urbanistiche e sociali apparentemente orientate più ai trend progressisti che al benessere collettivo, ovviamente il “progresso” prevede la radicalizzazione di ecosistemi multietnici che comunque mettono sempre a rischio la città.

 

E finalmente arriva l’inchiesta sull'attività urbanistica, l’emblema di un disallineamento profondo, Milano come presto …Roma!

 

L’inchiesta sul cosiddetto “modello Salva Milano” denuncia un sistema fatto su misura per agevolare interessi privati attraverso permessi edilizi sospetti e deviazioni amministrative.

 

Il sindaco Sala, pur dichiarando che “chi ha sbagliato pagherà duro”, ha escluso rimpasti in giunta, annunciando invece misure limitate di trasparenza.

 

Sala: “chi ha sbagliato pagherà duro.”

 

Eppure anche Sala è indagato, forse allude a sé stesso?

 

Forse non lo ricorda ma lui, è il sindaco…

 

La conclusione è sempre quella: sinistra = modello fallito e crisi sistemica!

 

Il sindaco Sala è finito sotto i potenti riflettori della giustizia per l’indagine urbanistica ma lo era da tempo sotto quelli della popolazione milanese per un approccio alla governance percepito come distante, elitario e inefficace a tutela della Milano reale, quella della gente di tutti i giorni, di quelli che lavorano e producono e non spacciano ad ogni angolo con la copertura arcobbalò del “volemosebbene”!

 

Tra ombre persistenti sul “sistema” urbanistico e una visione cittadina criticata come radical chic, ora il futuro amministrativo di Sala è segnato da una domanda concreta: a quando la sua partenza?

 

Infine lo scarico delle responsabilità reflue …

 

Sala ha “delegato” alla Polizia di Stato le responsabilità che invece spettavano al Comune, in particolare sul fronte dell’accoglienza gestita nei mesi invernali.

 

Prima ha ostentato un modello multiculturale fallimentare che ha macchiato di rosso sangue la stazione Centrale e Lambrate e poi alle strette, eccolo il cambio di rotta.

 

Tutti uguali, proprio come Roma: quando aprire le porte della città all’immigrazione indiscriminata è la moda i sindaci sono “in prima linea” poi però, quando il loro sistema crolla, si girano a causa delle emergenze …

 

Milano ormai è solo una "Sala" d’attesa...aspettando, purtroppo,  i  prossimi problemi...

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image (ilprimatonazionale)

 

 
 
 

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