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LANDINI: lettera aperta a Maurizietto nostro...

  • oposservatoriopoli
  • 20 ott
  • Tempo di lettura: 5 min

Segretario caro,

mi concedo il vezzo di darti del tu, non per simpatia, ma al solo fine di rendere più facili i concetti.


Oggi prendo spunto dalle considerazioni della "nostra" amica Silvana per mettere a fuoco alcuni punti cruciali.

 

Con serenità, senza acredine.

Ma con la convinzione che si sia arrivati alla fine della corsa.

La tua.


Oggi, nel nostro paese, abbiamo circa tre morti sul lavoro al giorno.

 

È stato definito da molti un campo di battaglia senza trincea né scudi.

 

Dal 2021 al 2024, sono "appena" 4.442 le persone che hanno perso la vita sul lavoro in Italia.

Senza considerare che, come in ogni guerra, per ogni morto ci sono anche decine tra feriti e mutilati.


Il settore delle costruzioni è quello in cui si conta il maggior numero di decessi con 564 vittime.

Le zone a più alto rischio sono il Centro ed il Sud.

 

E questo dimostra, casomai ce ne fosse bisogno, che la morte sul lavoro non è dovuto alla sfiga,a Saturno contro, ad una serie di sfortunati eventi, ma dal disprezzo totale per la vita umana.

Dalla carenza di controlli e dalla mancanza di denaro, investito da altre parti, come per esempio l’accoglienza indiscriminata di migranti islamici in fuga da guerre impalpabili e carestie asintomatiche, che si presentano muniti di smartphone per farsi mantenere.

 

Oppure, nel migliore dei casi, ad abbattere i salari già bassi accettando lavori malpagati e pericolosi, finendo per ingrassare la lista dei morti.


Un sindacalista vero, un sindacalista serio, degno di questo nome, dovrebbe parlare di questi morti ogni giorno, ad ogni ora, chiedere fondi, pretenderli, chiedere controlli e pretenderli.

Perché la sicurezza sia aumentata e il numero dei decessi sul lavoro diminuisca fino a scomparire.

 

Durante il Covid, dobbiamo ricordartelo, non hai protetto i lavoratori dall’ordine assolutamente antiscientifico di portare la mascherina.

 

Ti sarebbe stato sufficiente fare una piccola ricerca su Internet per scoprire da solo trattati medici (comprensibili peraltro anche a un non medico) che spiegavano l’inutilità di questo presidio.

Documenti che spiegavano come la mascherina fosse assolutamente dannosa.

Il buon senso spiegava, già allora, come fosse un business incredibile per molta gente.

 

Tu non hai protetto i lavoratori dall’uso della mascherina.

Questo non è degno di un sindacalista.


Non hai protetto i lavoratori che hanno perso il lavoro a causa di assurde imposizioni del lockdown.

Il solo fatto che tale lockdown fosse imposto in Italia, ma non nei paesi confinanti, avrebbe dovuto suggerire ad una persona di buon senso che si trattava di un arbitrio gravissimo.

 

Ma tu il buon senso non sai nemmeno dove sta di casa.

 

La gente è letteralmente impazzita a stare chiusa in casa, è ingrassata, è diventata diabetica, si è ammalata e di tutte le malattie causate dalla sedentarietà.

 

E molti hanno perso il lavoro, dato che intere filiere sono fallite.

Sono falliti innumerevoli negozi del centro, ed i centri delle città sono sempre più miserabilmente vuoti.

È stato danneggiato il turismo.

Mentre gli impianti di risalita in Svizzera, Austria e Francia funzionavano perfettamente, da noi erano chiusi, e tu non hai protestato.

Non hai mosso un dito.

 

E porca troia...direbbe Chicco...


Anche questo non è degno di un sindacalista.

 

È stato imposto ai lavoratori l’obbligo di un farmaco sperimentale, sperimentato per soli due mesi, che aveva scritto sul foglio illustrativo che non ne sono conosciuti gli effetti a distanza né quelli sulla possibilità di causare cancro e modificare il patrimonio genetico, a fronte di una terrificante lista degli effetti collaterali noti.

Terrificante lista.

 

I lavoratori dissidenti sono stati torturati con inattendibili, carissimi e dolorosi tamponi.

Non hai mai protestato.

Ti sei limitato a girare attorno a Draghi guardandolo con aria adorante e benevola.

 

Questo non è degno di un sindacalista.

 

Migliaia di lavoratori italiani di Stellantis hanno perso il lavoro, e sei stato zitto e quieto. Migliaia di lavoratori italiani dell’Ilva perderanno il lavoro: l’Ilva ormai è stata perfettamente risanata, potrebbe essere un impianto all’avanguardia se solo il governatore della Puglia Emiliano permettesse la nave rigassificatrice (soluzione proposta per alimentare l’ex Ilva di Taranto durante la fase di transizione verso la decarbonizzazione) perché fornirebbe il gas necessario per avviare i nuovi forni elettrici, ma su questi migliaia di posti di lavoro sei rimasto in silenzio.

L’Iveco, invece, è stata venduta, e tu sempre zitto e buono.


Tutto questo non è degno di un sindacalista.

 

Lo sciopero, in un paese normale, è l’arma usata dai lavoratori solo nell’interesse dei lavoratori e di quello contrattuale.

Il sindacato ha un solo scopo: evitare che si trovino da una parte un padrone e dall’altra parte un singolo lavoratore, che da solo non potrebbe tenere testa al padrone.

 Il sindacato serve a fare in maniera che da una parte ci sia il padrone dall’altra ci sia l’insieme dei suoi lavoratori, facendo quindi un gruppo compatto.

Lo sciopero è l’arma con cui il sindacato può fare pressioni ed ottenere contratti di lavoro migliori.

Cosa che tu, ed i tuoi predecessori, avete fatto talmente poco e male, che i lavoratori italiani sono quelli i cui salari hanno avuto gli aumenti più bassi, assolutamente inadeguati a reggere l’inflazione.


Organizzi uno sciopero a settimana ed i lavoratori, oggi, hanno meno potere d’acquisto di due anni fa.

 

Non solo questo non è degno di un sindacalista, ma è anche violentemente antidemocratico.

 

La politicizzazione del sindacato, come del resto la politicizzazione della magistratura, rendono la democrazia sotto ricatto e quindi inesistente.

 

Se nelle manifestazioni di piazza fatte contro il governo, e non a favore della classe lavoratrice, che sono di per sé già violenza antidemocratica, ci sono ulteriori violenze, come il ferimento di agenti e il danneggiamento di strutture come le stazioni, vuol dire che la democrazia è sotto attacco.

Trattasi  quindi di un atto eversivo che come tale dovrebbe essere giudicato da una magistratura al di sopra delle parti.

 

Hai usato lo sciopero come arma politica. 


Maurì...te lo ripeto...

 

Questo non è degno di un sindacalista.

 

Il 7 ottobre del 2023, innumerevoli civili israeliani sono stati massacrati, con  ferocia inaudita, da individui che si sono ripresi mentre li massacravano, che ridevano, che telefonavano ai propri genitori squittendo felici su quello che stavano facendo. 

I loro genitori erano felici e facevano le loro congratulazioni. 

 

Nelle manifestazioni che  hai organizzato, sovvenzionato e guidato, l’uccisione di neonati, lo sventramento di donne incinte, lo stupro e la mutilazione di ragazzine sono stati presentati e giustificati come un atto di una qualche giustizia.

Gli striscioni dei manifestanti erano indegni, ma in realtà chiunque agiti una bandiera di Hamas sta invocando la distruzione dello Stato di Israele ed il massacro di ogni ebreo nel mondo.

Questi i valori dell’associazione.

 

 Questo non è degno di un sindacalista... e, a dirtela tutta, non dovrebbe essere degno nemmeno di un essere umano.


Grazie a te, ed ai tuoi compagni di gite in piazza,  la gente si è ubriacata di odio antiebraico, dopo che avevate offerto l’illusione che quell’odio fosse un qualche amore per la giustizia, per una forma di compassione.

Ma la compassione per i crudeli, è odio per le vittime. 

 

Tu hai reso il mio popolo peggiore.

Tu hai reso l’umanità peggiore.

 

Tutto questo doveva garantirti un posto in politica?

Il consenso è talmente crollato che alle elezioni è stato premiato un governo che, con bestiale violenza, i tuoi cortei hanno contestato. 

 

Ma non illuderti.

La storia non è mai così benevola.

"Chi ad altri ordisce tradimenti, a sé prepara patimenti".

 

Hai  tradito la classe lavoratrice, la democrazia ed il popolo.

 

Ma esiste qualcosa di molto più grave della perdita del consenso che dovresti imparare a temere.

 

"E' quello che gli sprovveduti chiamano Karma, e noi chiamiamo ira di Dio: la collera del Signore degli Eserciti."


a cura di Mino



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