Tempo fa, abbiamo parlato della riqualificazione di Roma...
- oposservatoriopoli
- 16 set
- Tempo di lettura: 9 min
PNRR: ecco che la piramide diventa La Vela!
Roma Turismo pompa la cattedrale!
Oste com’è er vino?
E' bono!!
E' bono er vino!
Si... ma chi lo paga?
I fidelizzati dal Comune conoscono a memoria la risposta: “… la riqualificazione è stata fatta con i fondi del PNRR, ora Calatrava è bellissima, ci sono gli alberi, c’è la città intorno, gli uccellini addirittura…”
Colti, quindi, dall’apparizione del santo sindaco, molti romani pendenti a sinistra esorcizzano le critiche ed elogiano un lavoro, inutile, costato miliardi e miliardi delle vecchie lire e milioni del nuovo conio!
Tutto questo per…?
C’è chi dice e scrive sui social che, chiunque critica e denigra non ha argomenti.
Beh, allora vediamo di trovarli gli argomenti per criticare...
Le origini sono problematiche.
L’opera nasce per i Mondiali di Nuoto del 2009, con l’idea di realizzare un “Palazzo dello Sport” spettacolare.
L'impresa fu avviata nel 2005 dall'amministrazione guidata dal sindaco Walter Veltroni
È rimasta incompiuta, divorando centinaia di milioni di euro di soldi pubblici senza mai avere una funzione reale.
Quindi già parte da uno spreco storico: riqualificarla significa immettere altro denaro su un pozzo senza fondo.
I costi erano, sono e saranno insostenibili.
I costi stimati per completarla o adattarla oscillano tra 600 e 700 milioni di euro (alcune stime parlano addirittura di più).
Una cifra spropositata rispetto all’utilità effettiva.
Specie in una città con carenze enormi su trasporti, scuole, sanità, edilizia popolare.
La logica di “recuperare l’investimento iniziale” non regge: significa buttare altri soldi buoni dietro a soldi già sprecati.
Problemi strutturali e progettuali?
Ma no...meglio non citarli, il sindaco potrebbe offendersi!
La Vela è un guscio di acciaio e cemento pensato come opera iconica, non come spazio funzionale.
Le sue dimensioni e il design rendono difficilissimo adattarla ad usi pratici: palazzetto sportivo, fiera, centro congressi… nessuno è realmente compatibile senza altri interventi enormi.
Inoltre la struttura è già deteriorata: ruggine, infiltrazioni, degrado del calcestruzzo. Intervenire significa quasi ricostruire da zero.
Tutto questo, gli scienziati del commento l’hanno valutato?
Ma, soprattutto, chi consiglia il sindaco, ha valutato questo aspetto?
Se la risposta è no, abbiamo un problema. Se la risposta è sì, ne abbiamo due!
Adesso andiamo all’assenza di un piano serio di utilizzo.
Ad oggi, NON esiste una destinazione d’uso chiara e sostenibile.
Chiacchiere, idee, pensieri, nomi, cose città si, a bizzeffe, ma allo stato attuale, NON esiste una destinazione d’uso chiara e sostenibile.
Se esiste ce la mostrino!
Si (s)parla di campus universitario, di polo sportivo, di centro espositivo, addirittura di ospedale in emergenza (proposta assurda durante il Covid!!).
D'altronde, c’è chi ha detto che fra poco faremo i bagni al Tevere...
E su quest’affermazione dei bagni in marana potrei crederci ma dalla disperazione, non perché il Tevere possa tornare balneabile!
Ciò premesso, se superassimo le origini, i costi e i problemi strutturali, poi arriveremmo ad un altro problema più grande: il progetto.
Senza un progetto preciso e un gestore affidabile, la riqualificazione rischia di essere un monumento vuoto che non genera economia ma solo spese di manutenzione.
E i vincoli urbanistici e di mobilità?
L’area di Tor Vergata è già mal collegata, con trasporti pubblici insufficienti e carenza di parcheggi.
Una struttura di quelle dimensioni creerebbe traffico ingestibile se mai fosse usata su larga scala.
Mancano infrastrutture di supporto (metro, ferrovia, servizi), quindi l’opera sarebbe un gigante isolato nel nulla.
I consiglieri, i consigliori e i tecnici sanno tutto questo?
Ma, soprattutto, chi consiglia il sindaco, ha valutato questo aspetto?
Se la risposta è no, abbiamo un problema, sela risposta è sì, ora ne abbiamo tre!
Volendo essere cattivi, manca l’ “Effetto Calatrava”!
Ebbene sì, la #Vela non è un caso isolato: molte opere firmate da #Calatrava nel mondo (Valencia, Bilbao, Venezia) hanno avuto problemi di costi lievitati, manutenzione costosa, difetti tecnici.
Riqualificare la Vela significa anche letteralmente “accollarsi la manutenzione” di un progetto esteticamente scenografico ma fragile e costoso da gestire.
Ma chi lo paga?
Ragliano gli addetti e gli informati: il PNRR!
Beh, visto che abbiamo trovato gli argomenti?
Noi abbiamo 'trovato' gli argomenti ma qualcuno ha 'perso', o meglio, 'smarrito' l’occasione per alternative migliori!
Con gli stessi soldi si potrebbero finanziare:
decine di palestre scolastiche,
centri sportivi di quartiere,
recupero di spazi culturali abbandonati per bambini, anziani e cani,
potenziamento della metro C,
sicurezza della città,
riqualificazione aree verdi,
riqualificazione e sicurezza delle periferie.
NO.
NO.
NO!
Cazzo!!!
Invece si insiste sul modello “cattedrale nel deserto”, un’operazione più politica e di immagine che di reale utilità come tutte quelle realizzate finora da chi gestisce circa tre miliardi di euro destinati al Giubileo!
La riqualificazione della Vela di Calatrava è una grande stronzata perché significa spendere miliardi per un progetto nato male, ingestibile, senza destinazione d’uso concreta e in una zona priva delle infrastrutture necessarie.
È il classico caso in cui la politica preferisce una grande opera simbolica, che fa foto e titoli, piuttosto che interventi piccoli ma davvero utili alla città.
E c’è chi scrive sui social, chi commenta, chi applaude, chi rimane estasiato dinanzi ad un pezzo di ferro riverniciato.
Una volta, in mare, i vecchi lupi commerciali dicevano: “vernice e pennello guarda quant’è bello”, poi le navi arrugginite affondavano, però erano belle a vedersi...
Il sindaco di Roma dice che le periferie di Roma «fanno schifo».
Caspita, ad essere precisi ha detto: “Roma è la città più bella del mondo ma io dico: guardate che le periferie romane fanno schifo, c’è un livello di bruttezza inaudito.”
Chissà se il Sindaco di Roma sa chi è il sindaco di Roma!
Attaccato a 360°, anche da se stesso - dopo l’uscita infelice, una delle tante, per tentare di rispondere alle critiche #Gualtieri ha detto di aver “ragionato per paradosso” e che la frase era inserita in un discorso più ampio.
Meno male che ha ragionato sul paradosso, pensa se gli usciva d’impulso.
Peccato che nessuno creda al paradosso ragionato e che tutti pensino effettivamente che in questa considerazione il Sindaco di Roma abbia ragione, per una volta ha detto la verità vera: “le periferie di Roma fanno schifo”, e sarebbe il caso di dirlo al Sindaco!
Ma, perché attaccare sempre il sindaco?
No, non è una presa di posizione avversa contro il signor Sindaco, nulla di personale, forse però, dovremmo considerare alcuni dati oggettivi.
Qualche notizia e dato dal 2021 in poi …
La sicurezza a Roma?
Roma ha visto un aumento delle denunce (reati denunciati) rispetto al passato recente. In particolare furti con destrezza, borseggi, episodi di microcriminalità sono percepiti come crescenti.
Illuminazione pubblica carente.
Zone più buie , marciapiedi scarsamente illuminati: gli abitanti segnalano che molte aree diventano pericolose dopo il tramonto.
Sottopassi, passaggi pedonali, aree pubbliche periferiche rimangono senza illuminazione adeguata anche a seguito di segnalazioni.
Emergenza incendi / discariche abusive.
Discariche a cielo aperto su terreni privati e pubblici che generano roghi, spesso tossici, specie nelle aree periferiche.
Sterpaglie, verde secco non potato, aree verdi abbandonate aumentano il rischio di incendio.
Degrado urbano diffuso.
Rifiuti non raccolti, cassonetti stracolmi, abbandono, vandalismo.
Edifici abbandonati e occupazioni abusive contribuiscono al senso di insicurezza.
Controllo del territorio / Polizia locale.
C’è la percezione che la presenza delle forze dell’ordine non sia sufficiente o non capillare, specie nelle periferie.
Misure come i “daspo urbani” sono state annunciate per alcune zone (Termini, Esquilino etc.) ma restano azioni localizzate, non sistemiche.
Viabilità, traffico e mobilità, strade dissestate / buche / viabilità primaria inadeguata.
Il piano “Roma si fa strada” prevede di rifare la viabilità principale, dato che molte strade sono in pessimo stato.
Tuttavia il ritmo è lento, e molte segnalazioni dei cittadini parlano ancora di strade pericolose, marciapiedi rotti, segnaletica carente.
Traffico congestionato & cantieri.
I cantieri aperti per le opere “straordinarie” (Giubileo, mobilità, infrastrutture) stanno causando forte impatto sul traffico, soprattutto nei quartieri attraversati da arterie principali.
Chiusure o limitazioni su vie principali come la via Cristoforo Colombo, con conseguenti aumenti dei tempi di viaggio per i residenti.
ZTL Fascia Verde / limitazioni alla circolazione.
Forte contestazione della nuova ZTL Fascia Verde: cittadini denunciano che il provvedimento penalizza chi abita in periferia, con scarse alternative di trasporto pubblico.
I varchi, le restrizioni e il fatto che venga estesa un’area considerevole aumentano i disagi percepiti.
Parcheggi e sosta selvaggia.
La sosta in doppia fila è uno dei maggiori problemi segnalati, che impatta la visibilità, l’ordine urbano e rallenta il traffico.
Il Comune ha introdotto “Cerbero”, un sistema tecnologico per rilevare violazioni in tempo reale, ma la diffusione, l’efficacia e l’accettazione restano da valutare.
Verde pubblico, ambiente, gestione del territorio, manutenzione del verde inadeguata.
Aree verdi lasciate in stato di incuria: alberi non potati, sterpaglie, rifiuti dentro aree verdi.
Alcune zone, specie periferiche, lamentano che la cura del verde è carente soprattutto in estate, quando la manutenzione è più urgente per prevenire incendi.
Abbattimento alberi e contestazioni.
Alcuni abbattimenti sono stati giudicati “indiscriminati” o poco trasparenti. I cittadini chiedono che prima di tagliare si consideri il recupero e la cura degli alberi.
Perdita di patrimonio verde che ha impatto sul microclima urbano, ombreggiamento, qualità dell’aria e benessere urbano.
Gestione delle discariche / rifiuti abbandonati.
Discariche abusive sono una costante, specie nelle periferie: molti roghi partono da lì. ⟶ impatto ambientale, tossico, legato ad incuria istituzionale.
Il Comune ha annunciato piani di bonifica, ma spesso i tempi sono lunghi (alcuni interventi previsti per il 2025–2027).
Punti critici oggettivi principali, riassumendo, le criticità più evidenti che sembrano più serie: Tempistica lenta ed efficacia incerta delle misure: molte promesse (bonifiche, ripristino verde etc.) hanno tempi che spaziano tra 1 e 3 anni minimo, e per i cittadini oggi il disagio è presente.
Squilibrio centro-periferia: periferie percepite come abbandonate, con manutenzione stradale scarsa, verde in condizioni critiche, raccolta rifiuti meno efficiente.
Trasporti pubblici non sempre adeguati come alternativa alle restrizioni sulle auto, per ZTL etc., generando disagi a chi non può permettersi altro.
Gestione del verde come tema emergenziale (incendi, abbandono), piuttosto che come parte integrata e costante della politica urbana.
Mancanza di trasparenza / coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni (es. abbattimento alberi, spazi verdi, viabilità, ZTL). Le proteste segnalano che spesso non si comprende il perché di certe scelte.
Sovraccarico dei cantieri: troppi interventi contemporanei che generano caos, rallentamenti, blocchi del traffico, difficoltà per residenti e per mobilità quotidiana.
Rischio di “spot” e interventi solo mediatici: zone presidi straordinari, annunci grandiosi, ma poca continuità operativa o strutturale, specialmente in aree meno centrali.
E i cantieri?
Il tema dei cantieri a Roma sotto l’amministrazione Gualtieri è uno dei nodi più critici: molti interventi sono avviati “in vista” del Giubileo 2025, ma i tempi reali di recupero e completamento si stimano ben oltre i due anni, con impatti pesantissimi su traffico, mobilità e qualità della vita.
Il Giubileo è quasi finito, i cantieri e i problemi restano!
Cantieri giubilari? Oltre 500 aperti…
Roma è un “cantiere diffuso”: oltre 500 interventi legati al Giubileo!
Molti hanno subito ritardi già in fase di avvio per gare, ricorsi e lungaggini burocratiche.
Diversi progetti (es. piazza Pia, stazioni metro, sistemazione di via della Conciliazione) non saranno pronti per il 2025: si parla di slittamenti al 2026–2027.
Questo significa almeno 2 anni di lavori ancora aperti in nodi centrali e turistici “dopo” il Giubileo.
E per non farci mancare nulla, nuovi guai arrivano nel corso degli studi dei tecnici sul tram TVA, guai che faranno slittare i cantieri di altri due anni!!!
E si, infatti sono emersi problemi molto rilevanti in merito allo spostamento dei sottoservizi, cioè delle tubature, e in particolare di quelle dell’acqua.
A piazza Carpegna, infatti, scorre l’acquedotto e un’infrastruttura così pesante come la tranvia lo mette seriamente a rischio, quindi?
Quindi altri problemi …
Ma nulla è perso, a Roma scippano, rubano, stuprano, ammazzano, c’è poca illuminazione al centro e in periferia, buche ovunque, limiti di velocità indecenti, chiusure di strade, blocchi, ZTL a pioggia, amministrazione lenta e a volte irraggiungibile, sporcizia, periferie allo sbando, parchi abbandonati, fatiscenti e indecenti, nessuna area verde o di gioco sicura per bambini, anziani o cani ma c’è la Vela di Calatrava che accontenta tutti!
Sissignori.
Tanto c’è il PNRR…
E sì, c’è il PNRR, i famosi fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che vengono pagati in parte dall'Unione Europea attraverso il programma Next Generation EU ma l'Italia deve integrare i prestiti contratti con l'UE con proprie risorse nazionali per il cofinanziamento dei progetti. Successivamente, l'Italia stessa dovrà restituire i prestiti presi dall'UE.
In sintesi, a dirla breve, se si inizia un lavoro inutile che porta via milioni e milioni di euro grazie al PNRR, milioni che poi dovranno essere “restituiti” in soldoni è come ‘truffare in buona’ lo Stato a lunga scadenza perché spendere senza senso significa spacciarlo oggi come “regalo dell’Europa”, quando in realtà, domani saranno i cittadini italiani a rimetterci due volte: una volta con le tasse che finanziano il cofinanziamento nazionale e una seconda volta con il debito da restituire.
In pratica, trasformare i fondi PNRR in opere inutili equivale a ipotecare il futuro collettivo per interessi immediati e clientelari.
Ecco com’è.
Può bastare come critica “costruttiva” adesso?
Ops, scusate, meglio non costruire più, meglio evitare altri cantieri …
(Image abitarearoma)










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