SICUREZZA, GIUSTIZIA, REALTÀ: quando governare è più difficile che promettere...
- oposservatoriopoli
- 4 giorni fa
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C’è un problema che in Italia viene accuratamente evitato: governare non è fare opposizione con i ministeri.
Il governo attuale non è più all’opposizione da tempo.
Eppure, continua a comportarsi come se lo fosse.
Parla come chi denuncia, non come chi decide.
Indica colpevoli, ma fatica a indicare soluzioni operative.
Denuncia il passato senza riuscire a costruire con la forza necessaria il presente.
E questo non è più accettabile.
Gli italiani non hanno votato per sentire spiegazioni.
Hanno votato per vedere risultati.
Sicurezza, giustizia, contrasto al femminicidio, ordine pubblico: questi non erano slogan da comizio, erano pilastri di una promessa elettorale.
Oggi quelle promesse non possono più restare parole.
Ve dovete svejà...
O diventano atti concreti o si trasformano in un tradimento politico.
Il Paese è più stanco che arrabbiato.
Ed è il tipo di stanchezza più pericolosa.
Sicurezza: tra proclami e realtà.
Sul fronte della sicurezza, il governo ha annunciato, mostrato i muscoli, prodotto un flusso costante di dichiarazioni.
Ha dato l’impressione di voler “rimettere ordine”.
Ma tra l’annuncio e l’effetto c’è un abisso crescente.
I cittadini non chiedono slogan.
Chiedono presenza reale dello Stato.
Più controlli sul territorio, più personale operativo, più processi rapidi, più certezza della pena.
Invece, il sistema resta lento, le forze dell’ordine spesso sottodimensionate, la giustizia amministrativamente paralizzata.
Alcune misure sono state varate.
È vero. Sarebbe disonesto dire il contrario.
Ma il punto non è facciamo qualcosa.
Il punto è: facciamo abbastanza?
E la risposta, oggi, è no.
Femminicidi: quando le parole non salvano le vite.
Sul fronte della violenza sulle donne, il quadro è ancora più grave.
Il femminicidio non è una statistica: è una ferita aperta ogni settimana.
Qui non servono leggi simboliche.
Servono prevenzione strutturata, protezione immediata alle vittime, certezza delle misure cautelari e assistenza reale sul territorio.
Si è parlato molto.
Si è agito poco.
Si è prevenuto quasi nulla.
Ma lo vedete che succede ogni giorno nelle città italiane?
Stupri, violenze, rapine, omicidi …
E noi?
E loro?
E gli altri?
Finché una donna denuncerà e resterà sola, ogni governo è colpevole.
Di omissione.
Ve dovete svejà...
Capitolo Giustizia: il grande irrisolto!!!
La giustizia resta il grande tabù.
Tutti ne parlano.
Nessuno la affronta davvero.
Processi infiniti.
Carceri collassate.
Prescrizioni mascherate.
Graduatorie bloccate.
Sistemi informatici arcaici.
Senza una riforma profonda della macchina giudiziaria, la sicurezza sarà sempre uno slogan vuoto.
Perché la vera sicurezza nasce nei tribunali, non nei talk show.
Ma l’opposizione dov’è?
E ora il capitolo più imbarazzante: l’opposizione.
Un’opposizione che non oppone.
Che non propone.
Che non incalza.
Che non costruisce alternative credibili.
Fa tifoseria morale, non politica.
Produzione di tweet, non di visione.
Balletti, maschere, carrozzoni arcobbalò e flottiglie per la Palestina.
E per l’Italia?
E che cazzo.
Per l’Italia?
E così il risultato è uno Stato in stallo un governo che si crede ancora in trincea e un’opposizione che non riesce nemmeno ad arrivarci.
Intanto, il Paese resta scoperto.
Il Paese è scoperto.
Basta giocare alla politica: ora serve governare.
Dopo trent’anni di propaganda permanente, il passaggio culturale è brutale ma inevitabile: chi governa smetta di fingersi perseguitato.
Non ci sono più scuse.
Non ci sono più fantasmi.
Non ci sono più alibi.
C’è solo un Paese che aspetta.
E allora sì, a questo governo va detto senza ipocrisia:
in bocca al lupo.
Ma anche: datevi una mossa!
Cazzo, datevi una mossa.
Perché il tempo delle scuse è finito.
Ora c’è solo il tempo delle responsabilità.
E alla politica, tutta, nessuno chiede miracoli.
Chiede solo una cosa che in Italia sembra rivoluzionaria: fare quello per cui è stata votata.
E ricordatevelo sempre, la storia non giudicherà le intenzioni, ma il vuoto che le stesse avranno lasciato...
Addormiteve...che dopo ve dovete svejà...
a cura di Mino e Fidi@s1970






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