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OP Osservatorio Politico

Roberta Métsola: sulla Salis tira …dritto!

  • oposservatoriopoli
  • 9 ott
  • Tempo di lettura: 6 min

(Il Presidente del Parlamento europeo Roberta Tedesco Triccas, coniugata Métsola non si ferma e la Salis si salva...)


Roberta Métsola, rappresentante del Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici Cristiani) (Gruppo PPE), gruppo parlamentare al Parlamento europeo di centro-destraed europeista, informata per tempo dall’europarlamentare ceco Tomáš Zdechovský del malfunzionamento della pulsantiera dell’eurodeputato Markus Ferber non ha sentito ragioni, non ha fatto ripetere il voto che ha “salvato” la Salis.

 

Salis salvata!

 

“Se la Salis è stata ‘salvata’, vuol dire che rischiava: e se rischiava, perché non si è nascosta? C’è qualcosa che non torna.”

 

Se risulta al mondo che l’hanno ‘salvata’ allora, evidentemente, esisteva un rischio, quello di essere condannata in Ungheria dov’è imputata per tentato omicidio e terrorismo!

 

Ma per Tajani non è una terrorista!

 

Poi, però, sempre Tajani fa un passo indietro, ed uno in avanti lo fanno quelli del “centro-destra”!

 

Se non fosse tutto così tragicomico apparirebbe quasi una buffonata perché sul palco abbiamo in onda uno spettacolo vergognoso di chi gioca con crimini e giustizia come fosse una commedia.

 

Se non fosse reale, sarebbe quasi ridicolo… 

 

Purtroppo è tutto vero.

 

Questa vicenda puzza di impunità, di doppi standard e di politica che calpesta la serietà dello Stato.

 

L’ennesima decisione del Parlamento Europeo del tutto inutile e senza alcun potere reale, solleva interrogativi sulla coerenza tra diritti umani e politiche di partito.

 

Ma, soprattutto, c’è chi si domanda e cosa serve questo fantomatico parlamento europeo.

 

Per chi non avesse letto il copione, Ilaria Salis, attivista antifascista italiana (cheppalle…), è stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023 durante una contro-manifestazione contro un raduno neonazista.

 

Le autorità ungheresi l'hanno accusata di aver aggredito due militanti di estrema destra e di appartenere a un'organizzazione terroristica di estrema sinistra.

 

In seguito, è stata detenuta in carcere per 15 mesi, durante i quali ha denunciato condizioni di detenzione inumane.

 

Nel giugno 2024, Salis è stata eletta al Parlamento Europeo con l'Alleanza Verdi-Sinistra, ottenendo così l'immunità parlamentare.

 

Questo status ha portato alla sospensione del procedimento legale in Ungheria.

 

Nello scorso settembre 2025, il governo ungherese ha richiesto la revoca dell'immunità di Salis, accusandola di legittimare il terrorismo di estrema sinistra.

 

Il Parlamento Europeo ha respinto tale richiesta il 7 ottobre 2025, con 306 voti favorevoli e 305 contrari, mantenendo l'immunità di Salis…

 

Attualmente, le udienze in Ungheria restano sospese, ma i legali di Salis continuano a chiedere che il processo si svolga in Italia.

 

Ma anche no.

 

Considerata la tendenza politica della magistratura italiana, c’è il rischio che assolvano l’eurodeputata italiana di Alleanza Verdi-Sinistra e che condannino Orban!

 

Proviamo ad analizzare la questione in modo chiaro e step-by-step, basandoci su principi di diritto europeo e nazionale.

 

Secondo il Trattato sul Funzionamento dell’UE (art. 9 e 10 Protocollo 7) e il Regolamento del Parlamento Europeo l’immunità copre atti compiuti nell’esercizio delle funzioni parlamentari.

 

Non copre reati commessi prima dell’elezione, cioè reati antecedenti al mandato.

 

Lo scopo dell’immunità è garantire indipendenza e libertà di espressione del parlamentare, non protezione contro procedimenti penali preesistenti.

 

Quindi, se i fatti contestati a Ilaria Salis risalgono a febbraio 2023 e l’elezione al Parlamento Europeo è del giugno 2024, i reati sono antecedenti.

 

Per legge, l’immunità non avrebbe dovuto impedirne il processo.

 

Insomma, ci pisciano addosso e non ci avvisano neanche che piove.

 

L’elezione è stata strumentalizzata per bloccare il procedimento.

 

Eletta dopo l’arresto e la detenzione, Salis ottiene automaticamente immunità.

 

Il Parlamento Europeo, votando a favore della conferma dell’immunità, congela il procedimento in Ungheria, pur essendo contrario al principio di legge che tutela solo atti nell’esercizio delle funzioni parlamentari.

 

Questo crea un paradosso legale perchè la protezione prevista dal diritto europeo viene usata retroattivamente, contraddicendo la ratio dell’immunità parlamentare.

 

Tecnicamente, il Parlamento Europeo sta violando lo spirito della legge, perché tutela un reato antecedente al mandato.

 

Ancora peggio. il voto può essere letto come un gesto politico per proteggere un eurodeputato vicino a ‘certe correnti ideologiche’, piuttosto che una decisione basata su diritto e giustizia.

 

E grazie a Fratoianni e Bonelli, con questa porcata si mette il Parlamento Europeo in contraddizione con l’Ungheria e con i principi di cooperazione giudiziaria tra Stati membri.

 

Avete fatto della politica una lavanderia per impunità.

 

Avete eletto, protetto e salvato chi rischiava la galera come si protegge un amico col conto in banca.

 

Non è clamore... è calcolo politico.

 

Non è tutela delle libertà.

E' un salvacondotto confezionato ad arte.

 

Chi ha votato l’immunità, chi ha fatto i conti e chi ha applaudito dietro le quinte sono complici di una furbizia che puzza di spartizione.

 

Eleggere per mettere in pausa la giustizia è slealtà istituzionale, non strategia.

 

E voi che avete trasformato il Parlamento in rifugio per chi rischia processi all’estero, siete ipocriti e scorretti.

 

Parlate di diritti umani e poi usate quegli stessi diritti come scudo per chi è accusato di violenza grave.

 

È vergognoso e non c’è retorica che lo copra.

 

A chi ha difeso a parole e fatto un passo indietro a gesti (Tajani e compagnia cantante): fate meno passerella e più responsabilità, non siete più credibili.

A patto che lo siate mai stati davvero.

 

Difendere la ‘presunzione di innocenza’ non significa costruire un bunker per l’impunità.

 

Chi ha usato lo strumento dell’immunità come escamotage politico ha calpestato il senso dello Stato.

 

A quei parlamentari che hanno votato “sì” (sapendo che i fatti sono antecedenti) diciamo: avete scelto il partito invece della legge.

 

Avete scelto la poltrona invece della coerenza.

 

Questo non è realpolitik, è arrampicata morale.

 

Quando la politica diventa protezione personale, la democrazia perde.

 

A giornalisti, opinionisti e influencer che hanno fatto da cassa di risonanza diciamo smettete di fare l’eco dei capi, siete pennaroli a catena.

 

Mettete la verità prima del tifo.

 

Se il vostro mestiere è informare, non diventate la stampella dei sotterfugi.

 

“Eleggere per impunità è il nuovo sport nazionale. Medal winners, quelli che hanno votato l’immunità. Vergogna a chi ha trasformato la giustizia in una partita a scacchi per furbi, paraculi e paraculati ...”

 

Purtroppo la “farlocca” decisione del Parlamento Europeo di confermare l’immunità di Salis non costituisce di per sé reato.

 

Per questa porcata non si può denunciare individualmente i parlamentari per aver votato.

Eventuali contestazioni passano solo attraverso procedure legali interne all’UE, come ricorsi alla Corte di Giustizia dell’UE (CGUE) per violazione dei regolamenti parlamentari, e non per reati penali.

 

Ma attenzione, l’immunità sospende il processo, ma non cancella i reati.

 

Ci si augura che esistano eurodeputati con le palle che abbiano anche il coraggio di segnalare alla Corte di Giustizia dell’UE eventuali violazioni del regolamento parlamentare o abusi procedurali e magari ricorrere a NGO di monitoraggio della giustizia europea (Transparency International UE, EU Justice Watch) per segnalazioni pubbliche e petition.

 

Ma in fondo lo sappiamo bene che “panza piena non pensa a panza vuota”, e quando si mordono fra loro, fra cani non si azzannano, al massimo abbaiano e poi si leccano.

E come se si leccano …

 

Ma lo sapete quanto guadagnano questi signori?

 

No?

 

Ve lo diciamo noi …

 

Nel 2025, un eurodeputato guadagna circa 8.772 € lordi al mese, pari a circa 105.000 € lordi all’anno e questo stipendio è armonizzato per tutti i Paesi membri, quindi non dipende dal Paese di elezione.

 

Oltre allo stipendio base, ci sono l’Indennità per spese generali: circa 4.500 € al mese, per uffici, telefono, cancelleria, materiale ecc., il Rimborso viaggi: per spostamenti tra Paese di residenza e Bruxelles/Strasburgo e l’Indennità di alloggio: se necessario a coprire soggiorni a Bruxelles o Strasburgo.

 

E mecojoni!

 

M chi paga?

 

Paga sempre Pantalone...

 

Tutto è pagato dal bilancio dell’Unione Europea, quindi dai contributi degli Stati membri, che derivano dalle tasse dei cittadini.

 

Quindi li paghiamo noi!

 

Mannaggiallapupazza!!!!

 

Il mondo non è al contrario …è sottosopra...



a cura di Mino e Fidi@s



(immmage by OP)

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