Rino Gaetano: è veramente stato solo un incidente?
- oposservatoriopoli
- 22 set
- Tempo di lettura: 5 min
Si dice che a pensar male si fà peccato...
No.
Non siamo impazziti.
Ma ci sono storie che devono essere raccontate nella totalità.
Incongruenze, casualità e coincidenze comprese.
E per farlo dobbiamo tornare indietro a quegli anni.
Anni di lotte politiche, di stragi, di morti ammazzati.
E poi la "leggenda" dei servizi segreti e delle macchine radiocomandate.
Anche all'epoca imperversavano i complottisti.
Con qualche riscontro e qualche oggettività in più.
Alcune dei fatti di cronaca più celebri sono stati accostati come responsabilità ai servizi segreti.
Pasolini, Pecorelli, Gaetano …
Tre figure solo in apparenza distanti, hanno attraversato gli anni di piombo con una miscela di coraggio e sfrontatezza che spesso sfiorava l’incoscienza ma, non cel’hanno fatta ad arrivare dall’altra parte della sponda.
In apparenza cani sciolti, intelligenze libere e acute, voci scomode che - dalle pagine di una rivista e dai palchi e agli schermi di tutta Italia - seppero smascherare, talvolta con sarcasmo tagliente, talvolta con una leggerezza irriverente, i segreti inconfessabili dei poteri occulti che avvelenavano l’Italia di quegli anni.
E poi l’oppressione dei servizi dell’epoca era insopportabile, dal ’45 un andirivieni di avvisi, avvertimenti, minacce e poi le strane morti per tutti coloro che potevano, in qualche modo, nuocere al nuovo “sistema” siano essi civili che appartenenti alle istituzioni.
All’alba del 2 giugno 1981 il cantautore trovò la morte a Roma, al volante della sua auto.
Un incidente che parve banale, ma che nel tempo ha alimentato ipotesi inquietanti.
C'è infatti, chi vi ha "letto" un legame con le allusioni disseminate nelle sue canzoni, riferimenti scomodi ai retroscena della politica italiana, dalla loggia P2 allo scandalo Lockheed.
E si, Rino l’aveva profetizzata dieci anni prima di quel tragico 2 giugno 1981, ne “La ballata di Renzo”, nel testo un ragazzo muore perché rimbalza da un ospedale all’altro, ostaggio di uno sciopero del personale e dell’assenza di un medico reperibile.
Una parabola grottesca che si trasformò in realtà la notte in cui Gaetano, dopo lo schianto della sua Volvo contro un camion in via Nomentana, a poche centinaia di metri da casa, non trovò soccorso!
Fu un colpo di sonno?
O forse, come sostennero i complottisti, qualcuno aveva manomesso i freni?
Qualunque sia la verità, i tentativi di salvarlo furono vani: nessun ospedale romano, nemmeno il Policlinico, aveva un posto o le attrezzature d’urgenza per assisterlo.
Nelle stesse ore, la sorella Anna si svegliò di soprassalto perchè aveva sognato il suo cane Zorro, ferito e insanguinato …
Coincidenze?
Chi lo sa?
Proprio come nel caso di Pasolini e poi di Pecorelli è tutto chiaro, limpido, è tutto di facile interpretazione: non si saprà mai la verità!
Questo è l’unico e solo dato certo.
Un po’ come Lady Diana che aveva predetto la sua morte, spesso ritorna la teoria del complotto che poi, tanto teoria non è!
Lady-D avrebbe previsto la sua morte con una precisione giudicata “inquietante", certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano …
Pier Paolo Pasolini ritrovato morto a Ostia (Roma) il 2 novembre 1975, le ragioni più probabili della sua uccisione sono legate alle sue denunce pubbliche e alle sue opere, che mettevano in discussione il potere politico-mafioso e l'omologazione sociale, e che stavano per svelare la verità sul caso Mattei e su altri scandali.
La sera del 20 marzo 1979, in via Orazio a Roma, fu ucciso a colpi di pistola Carmine Pecorelli, noto giornalista investigativo, direttore del settimanale Osservatore Politico (OP), uomo dalle molte relazioni con i servizi, fu ucciso perché era un giornalista investigativo che denunciava la corruzione e il malcostume in Italia, pubblicando articoli su casi disparati e scomodi che riguardavano vari politici e personaggi influenti.
La vita e la carriera di Rino Gaetano si interruppero tragicamente il 2 giugno 1981, all'età di trent'anni, in seguito a un incidente stradale a Roma.
Però l’avviso c’era, già l'8 gennaio 1979 un fuoristrada contromano aveva spinto la Volvo di Gaetano contro il guardrail; il cantante era rimasto illeso e la sua auto distrutta ...
Negli anni ’70 e ’80 l’Italia fu attraversata da una lunga scia di morti sospette, spesso avvolte da misteri, depistaggi e ombre di poteri occulti. Proprio Pecorelli in un articolo del 1978 sottolineava di dover stare attenti a certi camion...
Oltre a Rino Gaetano, Mino Pecorelli e Pier Paolo Pasolini, se ne ricordano diverse, Mauro De Mauro (1970), giornalista de L’Ora di Palermo, scomparso nel nulla dopo aver indagato sulla morte di Enrico Mattei e i legami mafia-politica. Il corpo non fu mai ritrovato.
Giangiacomo Feltrinelli (1972), editore e militante politico, trovato senza vita ai piedi di un traliccio dell’alta tensione a Segrate. La versione ufficiale parlò di "incidente" durante un attentato, ma restano dubbi sulle reali circostanze.
Giuseppe “Peppino” Impastato (1978), attivista siciliano ucciso dalla mafia e fatto esplodere sui binari. Per anni fu fatta passare la tesi del suicidio.
Aldo Moro (1978), presidente della Democrazia Cristiana, rapito e assassinato dalle Brigate Rosse. Restano ancora irrisolte molte zone d’ombra sul sequestro e sui 55 giorni di prigionia.
Roberto Calvi (1982) – presidente del Banco Ambrosiano, trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra. La versione ufficiale parlò inizialmente di suicidio, ma l’ipotesi più accreditata resta l’omicidio, tra mafia, P2 e finanza vaticana.
Enrico Mattei (1962, ma con pesanti conseguenze negli anni ’70, quando riemersero le inchieste), presidente dell’ENI, morto in un incidente aereo poi rivelatosi attentato. Negli anni ’70 giornalisti come De Mauro e Pecorelli stavano scavando sulle sue vicende.
Walter Tobagi (1980), giornalista del Corriere della Sera, assassinato da un gruppo terroristico. Restano interrogativi sui legami tra terrorismo e apparati deviati dello Stato.
Boris Giuliano (1979) e Carlo Alberto dalla Chiesa (1982), entrambi uccisi dalla mafia, ma le loro indagini toccavano anche nodi politici e finanziari nazionali.
Potremmo andare avanti per ore, tuttavia, tutti questi casi presentano punti di contatto precisi, giornalisti, intellettuali, politici o uomini delle istituzioni che, in modi diversi, avevano scoperchiato segreti scomodi legati a terrorismo, mafia, logge segrete, intrecci affaristici e collusioni politiche.
Scorrevano in Italia fiumi di sangue trascinato dagli anni del dopoguerra e dei piani politico-finanziari Americani …
Dai piani alti dei palazzi del centro agli scantinati di periferia non si salvò nessuno, bombe, incidenti d’auto, incendi, impiccagioni, suicidi, caffè avvelenati, precipitazioni, attentati, manomissioni, omissioni …
Gaetano, ad esempio, era diventato una voce "troppo libera" per essere solo un cantautore.
Nei suoi testi spargeva indizi, allusioni, nomi, riferimenti precisi a logge, scandali e trame che non dovevano emergere.
E come abbiamo letto, non fu il solo a morire.
Negli stessi anni sparivano o venivano eliminati giornalisti e intellettuali che avevano osato guardare dietro il sipario.
Mauro De Mauro, letteralmente ‘inghiottito’ da Palermo mentre indagava su Mattei.
Pasolini, massacrato all’Idroscalo mentre scriveva Petrolio.
Feltrinelli, trovato morto ai piedi di un traliccio.
Roberto Calvi, impiccato sotto un ponte a Londra.
Pecorelli che stava per pubblicare un numero scabroso di OP …
Una lista lunga dove tutti furono segnati dallo stesso destino di chi provava a raccontare i retroscena del potere, e finirono tutti male!
I servizi segreti di quegli anni non proteggevano lo Stato, ma i suoi segreti più inconfessabili.
Più che sentinelle della Repubblica, erano becchini della verità.
Coprivano, depistavano, manovravano …
Terrorismo rosso e nero, mafia, P2, finanza vaticana: un magma dove i confini sparivano e gli apparati giocavano su più tavoli, scegliendo, di volta in volta, chi sacrificare.
E qui torna la figura di Mino Pecorelli.
Giornalista scomodo, conoscitore di dossier esplosivi.
Le sue colonne di OP erano più taglienti di mille inchieste, nomi, sigle, scenari che anticipavano ciò che puntualmente sarebbe accaduto.
Pecorelli non scriveva canzoni, ma come Gaetano diceva troppo.
Ed entrambi... hanno pagato lo stesso prezzo …
Ma il conto, questo cazzo di conto, chi glielo ha portato?
Chi era l’oste?
Image - proprietà di OP










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