La sinistra che ci piace?
- oposservatoriopoli
- 2 ott
- Tempo di lettura: 5 min
Ovvio. Quella che fa "mea culpa" e retromarcia.
Ed ecco,quindi, che i più furbi della cucciolata in vendita, si svegliano e iniziano il cammino verso il nuovo padroncino!
Già, perché quando c’è maretta, gli unici modi per non naufragare è quello di andare in mare aperto, oppure di abbandonare la nave!
E a sbarcare in corsa c’è chi è maestro!
Vincenzo De Luca, partito democratico, presidente della Regione Campania dice che: "Un padre di famiglia non può restare affacciato al balcone fino alle due di notte, aspettando che la figlia rientri per sentirsi tranquillo…”
Perché nelle nostre città “… i quartieri sono ormai occupati in maniera evidente da gruppi di extracomunitari, c’è chi continua con l’accattonaggio molesto davanti ai supermercati, alle farmacie, alle chiese, ai parcheggi. Ci sono bande organizzate che spacciano droga persino la mattina, vicino alle scuole. Il litorale Domizio è devastato, e il quartiere Vasto, a Napoli, è governato insieme da Camorra e criminalità nigeriana. Il Partito Democratico questo problema lo vede o no? E ha intenzione di dare risposte ai cittadini che hanno paura, oppure no? Io lo ribadisco: se devo scegliere tra la sicurezza dei miei figli e la bandiera di un partito, scelgo senza esitazioni i miei figli. E chi non lo capisce, se ne faccia una ragione. È chiaro?".
No, non l’ha detto un "fassista", ma un alto esponente del partito democratico!!!
E Bertinotti?
Si, quello che qualche tempo fa disse: “Io che sono un non violento, avrei lanciato un oggetto contundente contro la presidente del Consiglio”, si, proprio quello che con le sue parole ha sdoganato che “la non violenza ha un limite” oggi?
Che dice oggi il buon Bertinotti?
Oggi il nostro "Bert" afferma che “La sinistra ammetta di aver fallito!”
Poi rincara la dose, perché dichiara ulteriormente che: “Dovrebbe fare un atto di umiltà. Dire: ho fallito, proviamo a leggere dentro questo movimento quali sono le istanze, autoriformarsi e costruire, essa sì, uno sbocco politico”.
Questo quanto esprime a proposito della sinistra e dei movimenti per Gaza, riferendosi alle piazze pro Pal, etichettando tutti quelli di sinistra come una generazione di indifferenti che però credono di diventare protagonisti di un movimento con un successo di partecipazione!
E poi Marco Rizzo?
Chi è costui?
Un militante del Partito Comunista Italiano che al suo scioglimento è presente tra i fondatori - di area cossuttiana - di Rifondazione Comunista e poi dei Comunisti Italiani, ricoprendo le cariche di deputato ed europarlamentare tra il 1994 e il 2009.
Nel 2009 ha fondato il Partito Comunista (PC), del quale ha ricoperto il ruolo di segretario sino al 2023 e poi di presidente onorario fino al luglio 2024.
E cosa dice Marco Rizzo a proposito della sinistra italiana?
Oramai ogni giorno, dai suoi profili social,a cadenza fissa, svela l'ipocrisia di una sinistra che ha tradito il popolo e si è venduta al globalismo neoliberista.
Non solo ci va giù pesante con l’attuale sinistra, dichiarandola lontana da Berliguer, “sballata”, ma accusa i vertici di non conoscere neanche la storia.
Affonda il colpo, poi, dichiarando che la sinistra è unita solo per le “misere poltrone” e la inabissa dicendo: “C’era una volta Berlinguer. Dopo il sindaco di Milano, quello di Prato e di Sorrento, adesso anche Matteo Ricci, candidato governatore delle Marche finisce nella bufera. Ecco perché questi signori non sono degni di fare prediche o impartire lezioni. Sono tutt’altro rispetto alla forza in cui ho militato”.
Orbene, visto e considerato che De Luca, Bertinotti e Rizzo non risultano essere persone di poco conto nell’area della sinistra, se proprio loro tre (per citarne alcuni) ci raccontano di una sinistra malata, di facciata e buona solo per le poltrone, vuol dire che un problema serio c’è.
E allora andiamo a fondo, senza sconti.
Perché quando la sinistra rinnega sé stessa, non è più un’area politica, diventa una caricatura, un riflesso sbiadito di ciò che fu.
Ed il confronto con la storia non perdona.
Una volta c’era chi rischiava la vita per un ideale, oggi si rischia solo di perdere la poltrona.
E nemmeno troppo.
Una volta si parlava di lotte operaie, di emancipazione, di riscatto sociale, oggi si blatera di “agenda europea”, di “equilibri istituzionali”, di “compatibilità di bilancio”.
Gli stessi che un tempo sbandieravano Gramsci come guida morale, oggi citano Draghi come fosse un profeta.
Draghi...un profeta.
Per "carità alla vita"...direbbe un amico mio...
Quelli che gridavano “lotta di classe” oggi si siedono ai tavoli del potere finanziario.
Zitti e buoni, firmando svendite del Paese ai mercati.
La sinistra che si proclamava “dalla parte del popolo” è stata la stessa che ha approvato precarizzazione, svuotato diritti, aperto le porte a guerre mascherate da missioni umanitarie.
E se De Luca, Bertinotti e Rizzo - tre figure diversissime e persino incompatibili - convergono sulla stessa diagnosi, allora siamo oltre il sospetto: siamo davanti all’autopsia di un cadavere politico.
Una sinistra che non rappresenta più nessuno, se non se stessa, che non difende più i lavoratori, ma si inginocchia davanti alla tecnocrazia.
Che non parla più di giustizia sociale, ma di “transizioni sostenibili” calate dall’alto, con la puzza di green business miliardari.
La storia ci insegna che ogni tradimento ha un prezzo.
Quando il Partito Socialista votò i crediti di guerra nel 1914, nacque la frattura da cui germinò la rivoluzione bolscevica.
Quando i governi della sinistra europea firmarono le privatizzazioni negli anni ’90, regalarono terreno alle destre populiste.
Oggi, il prezzo del tradimento della sinistra italiana è il vuoto politico, l’irrilevanza, la disperazione dei cittadini che non si sentono più rappresentati da nessuno.
E allora la domanda è semplice, brutale, inevitabile: a cosa serve una sinistra che non è più sinistra?
Forse a niente.
Forse a fare da stampella al potere dominante.
Forse a giustificare l’ingiustificabile.
Il finale?
Eccolo.
La sinistra che ci piace, almeno come competitor, come avversaria, non esiste più.
È rimasta nel mito, nei libri, nei ricordi di chi credeva che politica fosse servizio e sacrificio, non carriera e convenienza.
Quella che abbiamo oggi è un guscio vuoto, una vetrina che si spolvera a seconda dei sondaggi, una voce che finge indignazione ma che non muove un dito se non per salvarsi.
La verità, scomoda ma necessaria, è che questa sinistra ha fallito due volte: prima tradendo i suoi ideali, poi tradendo il suo popolo.
E quando un popolo si sente tradito, la storia ci ricorda che non perdona.
Mai.
a cura di Mino e Fidi@s

(In foto il magico trio, immagini dal web, wikipedia, Key4biz, infocilento)









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