top of page
OP Osservatorio Politico

CHI ERA DAVVERO ALDO MORO? PERCHE’ È STATO UCCISO? CHI L’HA AMMAZZATO REALMENTE? - PARTE PRIMA.

  • oposservatoriopoli
  • 21 giu
  • Tempo di lettura: 18 min

ALDO MORO: PERCHE’ LA SUA STORIA È COSI ATTUALE? UN SAGGIO CHE SFIORA LA MORTE DI ALDO MORO MA CHE TOCCA DIVERSI PUNTI FERMI ORMAI DAL 1930…

UNA 'BREVE' STORIA CHE PARTE DAL ‘42 …

La storia ci racconta che Aldo Moro fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana.

Suo rappresentante nella Costituente ne divenne dapprima Segretario (dal 1959 al 1964) e in seguito Presidente nel 1976.

All'interno del partito aderì inizialmente alla corrente Dorotea ma, negli anni ‘60 assunse una posizione più indipendente formando la corrente Morotea.

I Dorotei furono una delle maggiori e influenti correnti politiche della Democrazia Cristiana, essi presero il nome da un convento di Roma dedicato a Santa Dorotea nel quale alcuni leader di “Iniziativa Democratica” si riunirono nel 1959, un’alta concentrazione di potere all’interno del potere, fautori di una pericolosissima apertura a sinistra che verrà realizzata nel 1963 dal primo governo di centrosinistra guidato da Moro.

Nella scissione della corrente “Dorotea” nacque la corrente dei “Morotei” (detti anche Amici di Moro), che costituivano una corrente politica della Democrazia Cristiana vicina alle posizioni di Aldo Moro.

Essi rappresentavano una delle componenti di sinistra del partito, questa fu parte della storia della condanna a morte di Aldo Moro.

Erano anni difficili quelli dell’Italia del dopoguerra, Aldo Moro cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri guidò governi di centro-sinistra promuovendo nel ’76 la cosiddetta strategia dell'attenzione verso il Partito Comunista Italiano attraverso il compromesso storico e determinò la nascita del Governo Andreotti III (definito il governo della non-sfiducia) sul quale il PCI garantiva l'astensione.

Quest’iniziativa fu la firma finale sulla condanna a morte di Aldo Moro.

Il compromesso storico fu stato il tentativo del Partito Comunista Italiano di trovare un accordo politico con la Democrazia Cristiana per raggiungere posizioni di governo. Questa politica non portò mai il Partito Comunista a partecipare al governo in una grande coalizione ai sensi del cosiddetto consociativismo anche se nel 1973, proprio Enrico Berlinguer, Segretario del PCI dall'anno prima, propose il "compromesso storico" sulla rivista Rinascita, riflettendo sul colpo di Stato in Cile.

Il colpo di stato in Cile del ’73 fu un lungo 'chiodo politico' mondiale storico piantato in profondità nella carne democratica, infatti, il rovesciamento del governo democraticamente eletto -presieduto da Salvador Allende- vide salire al potere l'Esercito e la Polizia nazionale (per una strana coincidenza avvenne l'11 settembre…) e fu un evento politico-sociale non solo per la della storia del Cile perché il colpo di Stato è stato indicato quale simbolo della guerra fredda e dell'ingerenza degli Stati Uniti d'America nelle questioni interne dei paesi dell'America Latina, ma questo lo analizzeremo più avanti.

D’altronde, gli Stati Uniti d'America avevano questioni delicate da risolvere qui in Europa!

Nella storia del Cile c’è un parallelo con quella dell’Italia dell’epoca, infatti, la catena di eventi che determinò il colpo di Stato ebbe origine nel risultato delle elezioni presidenziali del 1970 che vide prevalere, se pur di poco, la coalizione di sinistra dell'Unità Popolare sulla coalizione di destra composta da Partito Nazionale e Democrazia Cristiana, segno di un elettorato fortemente polarizzato.

Tuttavia la storia va studiata e capita affinché poi si possa comprendere gli eventi odierni.

Nel settembre del ‘42, quando la sconfitta del regime era ancora lontana, i fondatori del futuro partito cominciarono a incontrarsi clandestinamente nell'abitazione di Giorgio Enrico Falck, noto imprenditore cattolico milanese.

Parteciparono agli incontri Alcide De Gasperi, Mario Scelba, Attilio Piccioni, Camillo Corsanego e Giovanni Gronchi provenienti dal disciolto Partito Popolare Italiano di Don Sturzo; Piero Malvestiti e il suo Movimento Guelfo d'Azione; Aldo Moro e Giulio Andreotti dell'Azione Cattolica; Amintore Fanfani, Giuseppe Dossetti e Paolo Emilio Taviani della FUCI e Giuseppe Alessi.

Nel mese di marzo del ‘43 il gruppo “clandestino” si riunì a Roma, in casa di Giuseppe Spataro, per discutere e approvare il documento, redatto da De Gasperi, "Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana", considerato l'atto di fondazione ufficiale del nuovo partito.

Lo stemma del nuovo partito fu lo stesso scudo crociato che era stato adottato precedentemente dal PPI (Partito Popolare Italiano) di Luigi Sturzo.


LA TRASFORMAZIONE DELLA DEMOCRAZIONA CRISTIANA.

Il 19 marzo del ’43 nasce la democrazia Cristiana e i suoi fondatori furono: Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Giulio Andreotti, Mariano Rumor, Flaminio Piccoli, Benigno Zaccagnini, Ciriaco De Mita, Arnaldo Forlani e Mino Martinazzoli, la sede fu Roma, in Piazza del Gesù 46 e il primo Presidente fu Giovanni Gronchi.

Pr la precisione la sede fu in Palazzo Cenci Bolognetti, un bel palazzo del Rione Pigna.

La DC rimase li fino al 18 gennaio del 1994 quando si sciolse per dissolversi nel Partito Popolare Italiano e nel Centro Cristiano Democratico.

Il Partito Popolare Italiano (PPI) è stato un partito politico italiano di centro, erede diretto della Democrazia Cristiana.

La sua esperienza, caratterizzata da un esplicito riferimento all'omonima formazione di Luigi Sturzo del 1919, si è conclusa agli inizi degli anni duemila confluendo nella Margherita. Attualmente l'eredità popolare è raccolta nell'Associazione Politica I Popolari, associazione creata per disposizione congressuale dell'ultimo Congresso Nazionale del PPI. A livello europeo aderiva al Partito Popolare Europeo, partito democristiano e conservatore, mentre in Italia faceva parte, dal 1995, della coalizione di centro-sinistra promossa da Romano Prodi.

Il Centro Cristiano Democratico (CCD) è stato un partito politico italiano fondato la mattina del 18 gennaio 1994 da esponenti della Democrazia Cristiana come Pier Ferdinando Casini (Segretario) e Presidente Clemente Mastella che rifiutarono di aderire al nuovo Partito Popolare Italiano, paradossalmente, fondato nel pomeriggio dello stesso giorno.

Strana la collocazione di questo partito nel centro destra che persiste anche con il suo successore, ovviamente, in una manifestazione moderata e sempre di estrazione cristiano-democratica, come racconta il suo logo, ovvero, lo scudo crociato “Libertas”.

Il 24 marzo del 2002 il Partito Popolare Italiano si dissolve e confluisce nella La Margherita, Presidente Francesco Rutelli.

Il Centro Cristiano Democratico invece, il 6 dicembre del 2002 si scioglie e confluisce nell’UdC, ovvero, nell’Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro di Pierferdinando Casini, dal 2008 Unione di Centro, partito tuttora in essere con il Segretario Lorenzo Cesa.

Di seguito, il 16 giugno 2012 La Margherita si dissolve e confluisce nel Partito Democratico, un partito derivato dalla confluenza dei Democratici di Sinistra, Democrazia è Libertà, Italia di Mezzo, Movimento Repubblicani Europei, Alleanza Riformista e Articolo Uno.

Il Partito Democratico, quindi, è il nipote (quasi)naturale della Democrazia Cristiana.

D’altronde, se la storia la scrive solo chi la vince, è anche vero che nel 2018, sebbene tutti abbiano celebrato il bicentenario di Marx e il suo “lascito intellettuale”, la realtà emersa è che nessuna delle sue strambe congetture si è realizzata, anzi, la posa in opera della sua bizzarra teoria ha portato il mondo al totalitarismo comunista!

Un incapace funzionale che, non solo viveva nell’esatto contrario di ciò che professava ma, non avendo alcuna cultura lavorativa e imprenditoriale, non avendo mai lavorato un solo giorno ed essendo lui stesso un mantenuto, non ha previsto la varietà degli interessi e dei ruoli che abbiamo nel capitalismo contemporaneo.

Secondo Karl Popper (filosofo ed epistemologo austriaco naturalizzato britannico): “Il marxismo è la più pura, elaborata e pericolosa forma di storicismo, cioè della pretesa di poter predire il corso dell'intera storia umana.”


IL PENSIERO DI MARX IN ITALIA.

Il Partito Comunista d'Italia, marxista-leninista, è stato un partito politico italiano di ispirazione “maoista”, nato in seguito alla scissione dell'area antirevisionista del Partito Comunista Italiano.

La scrivo meglio, più potabile.

Il Partito Comunista Italiano, l’allora PCI, è stato un partito politico italiano di sinistra, nonché il maggiore partito comunista dell'Europa occidentale, venne fondato il 21 gennaio 1921 a Livorno con il nome di Partito Comunista d'Italia, più precisamente come: “Sezione italiana dell'Internazionale Comunista”, in seguito alla rivoluzione d'ottobre (ovvero, la fine del Governo provvisorio Russo e della Repubblica Russa laddove cadde il Palazzo d'Inverno e Lenin annunciò la presa di potere da parte dei Soviet), al biennio rosso e alla separazione dell'ala di sinistra del Partito Socialista Italiano.

Va da sé che la matrice marxista radicata in Italia, ha sempre mietuto vittime a largo raggio e su vasta scala, proprio come nelle aree geografiche del mondo nel quale all’epoca i marxisti hanno piantato le radici, senza dimenticare che noi abbiamo avuto Togliatti (successore di Gramsci, il portatore della tradizione filosofica marxista), che nel 1930 prese addirittura la cittadinanza sovietica.


SIMBOLOGIA COMUNISTA.

La simbologia comunista è l'insieme dei simboli rappresentanti il comunismo.

Tutti in Italia conoscono, più o meno, la “legge Scelba” (formalmente legge 20 giugno 1952, n. 645), ovvero, una legge della Repubblica Italiana di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana che, tra l'altro, introdusse il reato di apologia del fascismo.

Però, non tutti sanno, o meglio, a non tutti è stato fatto sapere che il Parlamento Europeo ha bandito i simboli nazifascisti e comunisti perché hanno lo stesso peso.

Eh sì, il giorno Giovedì 19 settembre 2019, il Parlamento europeo ha emanato una risoluzione dal titolo: “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa“, in cui di fatto equipara simboli nazifascisti e comunisti.

La risoluzione è stata votata con 535 voti favorevoli, solo 66 contrari e 52 astenuti.

La risoluzione sottolinea, inoltre, il fatto che i crimini del regime nazista siano stati compresi, giudicati e stigmatizzati, mentre ci sarebbe ancora molta ambiguità per quanto riguarda l’analisi dei crimini dello stalinismo e altre dittature comuniste.

Da questo dato, emerge un’equivalenza diretta tra dittatura nazista ed espansione dei regimi dittatoriali comunisti totalitari nell’Europa centrale e orientale e, di conseguenza, tra i simboli nazifascisti e comunisti.

Il Parlamento Europeo esprime preoccupazione per “l’uso continuato di simboli di regimi totalitari, nella sfera pubblica e a fini commerciali“, ricorda infatti a tutti gli Stati membri che già alcuni Paesi europei, i Governi hanno vietato l’uso di simboli sia nazisti che comunisti.

Ma, mi chiedo, è mai esistito oppure esiste un Paese comunista che sia stato “anche” democratico?

Io credo di no perché dall’analisi della storia si rileva come l’applicazione pratica dell’ideologia comunista abbia portato, senza dubbio, ad una grave soppressione della democrazia e a un annullamento assoluto della libertà nonché dei diritti fondamentali, senza eccezione alcuna, tranne per gli affiliati.

Tanto è vero che in molti Paesi dell’Est Europa che hanno assaggiato il morso della dittatura comunista, la falce e il martello sono visti con lo stesso raccapriccio e ripugnanza e rabbia che la vista della svastica suscita nei Paesi che hanno collaudato il nazifascismo.

Falce e martello, l'uso di questi simboli può essere illegale in Germania, in Kazakistan, in Kirghizistan, in Lettonia, in Lituania, in Polonia, in Repubblica Ceca, in Ucraina e altri Paesi, a seconda del contesto e in ultimo, dal primo ottobre 2013 in Moldavia falce e martello -e tutti gli altri simboli comunisti- sono stati vietati con l’entrata in vigore di una legge approvata dal Parlamento Moldavo nel 2012, che condanna i crimini del comunismo e dei regimi totalitari.

Quindi è chiaro che la storia non va come la si scrive nè come la si legge …


LA GRANDE MODERNITA’ DELLA DC.

Ad oggi abbiamo la Democrazia Cristiana che vive in due partiti che a loro volta abitano nella politica nazionale su due concentrazioni diverse, uno a sinistra l’altro a destra, un bipolarismo che mai sarebbe stato lontanamente accettato -neanche in forma teorica- negli anni caldi dell’Italia del dopoguerra, ovvero, dal ’50 in poi.

Per dovere di cronaca e curiosità, a Roma la Piazza del Gesù è una piazza molto importante.

Nella piazzetta c’è la Chiesa del Gesù, una Chiesa barocca costruita nella Controriforma voluta da Papa Paolo III nel 1541 su desiderio del Gesuita Ignazio di Loyola, al civico 46 c’è un bellissimo palazzo cinquecentesco anticamente della famiglia Petroni, poi ereditato dai Cenci e ancora dai Cenci Bolognetti, sede della DC dal 1944 al 1994 ed è interessante sapere che il medesimo palazzo ha ospitato la redazione della rivista satirica "Il male" (di Pino Zac, al secolo Giuseppe Zaccaria, legato a Paese Sera), gli uffici del Partito Popolare e anche dei Cristiani Democratici Uniti.

Dal 2002 Palazzo Cenci Bolognetti ospita anche la “Fondazione Democrazia Cristiana”.

Sempre a Piazza del Gesù, al civico 47, dal 1910 sede l'obbedienza massonica serenissima Gran Loggia d'Italia degli ALAM (Antichi Liberi Accettati Muratori), abbreviato GLDI - Gran Loggia d'Italia, attualmente con sede in Palazzo Vitelleschi.

La leggenda Romana narra che il vento forte che soffia in Piazza del Gesù sia rimasto fuori ad aspettare il Diavolo che sarebbe entrato nella chiesa senza più uscirne e il vento, rimasto nella piazza ad aspettare il suo ritorno, ha iniziato a fare avanti e indietro da qui, le correnti di vento che effettivamente caratterizzano la piazza.

E a proposito di venti forti, sebbene tipica della Liguria a Roma c’è sempre stata “Tramontana”, tipica come il Ponentino; una tramontana che qui da noi significa perdere la bussola, disorientarsi, confondersi, o peggio, perdere il controllo di sé.

E la Tramontana l’ha sentita forte la DC, con il rapimento di Aldo Moro la “Balena Bianca” ha assaggiato il morso del tradimento bilaterale, in primis l’ha assaggiato Aldo Moro, una “portata” che gli fu servita nei primi anni sessanta, quando Amintore Fanfani e Aldo Moro stesso “commerciarono” un accordo politico con il Partito Socialista Italiano di Pietro Nenni, all’epoca distaccatosi dall’area Sovietica in seguito all'invasione dell'Ungheria, da noi poi tracciata con una canzone “antisovietica” italiana, scritta da Pier Francesco Pingitore nel ‘66.

Questo accordo non è mai piaciuto a nessuno, in primis agli Stati Uniti che aveva piazzato in Italia il precursore della CIA, l’OSS - Office of Strategic Services, operante nel periodo della seconda guerra mondiale, bandiera USA in Europa contro l’orso Russo e i suoi alleati silenziosi.

Pensate, la CIA è un servizio segreto propriamente detto e non può, per legge interna, operare in territorio USA, nata proprio nel 1947, fondata dall’allora Presidente Harry Truman, fino al 1991 è stata indaffarata soprattutto nella guerra fredda contro l’Unione Sovietica e dopo il crollo della Russia, nella forma migliore della sua autocelebrazione, si racconta essere un caposaldo del contrasto al terrorismo ...

La CIA ha agito soprattutto con grande mancanza di scrupoli rendendosi colpevole di omicidi e colpi di stato ma, poiché le sue operazioni sono e rimangono segrete, molto spesso si sospetta il suo ampio coinvolgimento anche in vicende alle quali è estranea.

Dopo il ’53 il budget aumentò quando il presidente Eisenhower nominò direttore Allen Dulles, a quel punto l’Agenzia iniziò a compiere operazioni clandestine in molti Paesi e non solo per contrastare l’Unione Sovietica ma anche per difendere gli interessi economici degli Stati Uniti.

Vogliamo ricordare che negli anni ’60 uno dei principali obiettivi della CIA fu quello di rovesciare il regime socialista istituito da Fidel Castro a Cuba e nel 1961 organizzò un’operazione militare di esuli cubani e, dopo il suo fallimento, cercò più volte di assassinare Castro, senza però riuscirvi.

Ma, tra gli interventi storiografici più noti vi furono l’organizzazione del colpo di stato in Iran (del 1953) con il quale fu deposto il primo ministro Mohammed Mossadeq (che aveva messo in discussione gli interessi petroliferi dei Paesi occidentali) e non di meno, il colpo di stato compiuto l’anno successivo in Guatemala contro il Presidente Jacopo Árbenz, che aveva toccato gli interessi della multinazionale UFC (al secolo: Chiquita Brands International).

L’Agenzia fu implicata in altre operazioni illegali che, in molti casi immaginavano l’assassinio di potenziali nemici -o di leader politici- fastidiosi o “non allineati”.

Tornando a Moro, si vocifera negli ambienti di cronaca che l’Agenzia partecipò direttamente al colpo di Stato in Cile nel 1973, rovesciamento geopolitico che portò al potere il dittatore Augusto Pinochet e che negli anni successivi organizzò l’Operazione “Condor”, una operazione strategica su vasta scala avviata contro i partiti di sinistra in America Latina.

Ecco che qui entra in campo Aldo Moro.

Ed ecco apparire in Europa una struttura paramilitare segreta denominata “Stay Behind”, indirizzata a contrastare l’espansione del comunismo.

Stay Behind fu massicciamente presente in Italia con il nome di “Gladio”, è vero che non è mai stato provato, però, molti suppongono il coinvolgimento diretto della CIA nei tentativi di colpi di Stato che ci sono stati nel nostro Paese.


CHI ERA REALMENTE ALDO MORO? PERCHE’ È STATO UCCISO? CHI L’HA AMMAZZATO REALMENTE?

CHI ERA ALDO MORO?

Aldo Moro era un Pugliese del 1916, laureatosi con lode nel 1938, ordinario di diritto penale e in quel periodo anche Rettore dell'ateneo barese, poi politico e giurista italiano, fondatore della DC.

PERCHÉ È STATO UCCISO?

Se parliamo di BR, lo scopo dichiarato da questi ultimi era generale, la sua uccisione rientrava nella loro “analisi” di quella precisa fase storica, ovvero, colpire la DC il famoso “Regime Democristiano”, base Italiana del SIM lo "Stato Imperialista delle Multinazionali" e quanto al PCI, Moro rappresentava non tanto il “nemico” da attaccare quanto un “concorrente” da battere.

Se parliamo della DC, probabilmente alcuni hanno colto l'occasione di quanto accaduto per incanalare il sequestro per propri fini. Ovviamente il “Caso Moro” fu uno scenario molto più grande delle BR che a mio avviso, nella storia, sono state rinchiuse solo nel vile ruolo di interpreti materiale dell’omicidio a sangue freddo.

Inoltre, sembra che Giulio Andreotti fosse “troppo protetto” per attuare un piano contro di lui.

Se parliamo di Servizi, beh la cosa si complica un po’.

Se parliamo di forze politiche internazionali, beh, lo scacchiere che si muoveva all’epoca era immenso, le pedine partivano dagli Stati Uniti, da Washington e passando per Londra, Tel Aviv e Parigi si sono poi fermate in Italia, a Roma, in Via Caetani, dentro il bagagliaio di una Renault 4 rossa, in sosta a circa 150 metri da via delle Botteghe Oscure, sede nazionale del Partito Comunista Italiano, sia da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana.

Tuttavia, la storia di Moretti racconta che Moro fu ucciso in primis perché aveva diviso il suo partito fondando il Centro-Sinistra contro la DC “Atlantica” e anticomunista di Andreotti, quindi il Centro-Destra.

CHI L’HA AMMAZZATO VERAMENTE?

Qualcuno parlando di Carmine “Mino” Pecorelli disse: “I segreti uccidono chi li sa”, e mai fu detta una verità più assoluta!

Di lui un articolo racconta (Nicolò Zuliani, il 18 Giugno 2020): “Dopo poco, nel 1965, viene nominato capo ufficio stampa del ministero del Lavoro, e per due anni si costruisce una rete di contatti a palazzo Chigi.

Poi, nel 1967, diventa giornalista collaboratore al Nuovo Mondo d’Oggi, una pubblicazione scandalistica secondo molti legata ai Servizi Segreti.

Per dare un’idea delle connessioni di Pecorelli, basti dire che il 19 novembre 1967 scrive un articolo intitolato “Dovrei uccidere Aldo Moro”, dove riferisce che nel 1964 Randolfo Pacciardi, capo dell’UDNR, tramite il giornalista Giano Accame, aveva commissionato al tenente colonnello Roberto Podestà (paracadutista ex ufficiale del SIM e comandante dei corsi d’ardimento della scuola militare di Cesano) di preparare un commando per uccidere la scorta di Moro, rapirlo e condurlo in un luogo segreto. In caso di disordini, sarebbe poi stato messo in pratica il Piano Solo, ideato dal generale De Lorenzo in caso di insurrezione popolare - che molti hanno creduto un tentativo di golpe. Il tenente colonnello Podestà si finge d’accordo, consegna il piano, poi parla con Pecorelli. Quando esce l’articolo, Podestà viene arrestato e trasferito a Regina Coeli per “irregolarità amministrative” e di lui non si saprà più niente.”

Ebbene, creare un piano per rapire Moro nel 1964, un piano raccontato nel 1967, un rapimento di fatto avvenuto nel 1978, tutto immaginato ben quattordici anni prima dall’Unione Democratica per la Nuova Repubblica di Randolfo Pacciardi, militare antifascista, esponente storico del Partito Repubblicano Italiano, di cui è stato più volte segretario nazionale, che utilizzò un giornalista (Giano Accame) considerato un “fascista di sinistra” per arrivare ad un ufficiale (Roberto Podestà ) del SIM - Servizio Informazioni Militare, il primo servizio segreto militare italiano del dopo guerra (attivo dal 1925 al 1945).

Ma, le foto? …

In relazione al sequestro Moro, Il Messaggero il 21 gennaio 2016 pubblicò una foto inedita, snidata nei faldoni del processo per l’omicidio Pecorelli, scomparsa da ogni archivio web, altre foto sparirono e dagli uffici della Procura, foto che si dissero ritrarre una parte del commando proprio durante l’azione però ma non è mai stato capito chi le abbia scattate o peggio, se mai siano realmente esistite.

Vogliamo ricordare che Il giornalista Diego Cimara riferì alla “Commissione Moro” dell’esistenza di diversi rullini, tutti scomparsi, ma anche su questa testimonianza non ci sono conferme.

A chiudere l’implosione fotografica del caso Moro, c’è un altro episodio.

Antonio Ianni dichiarò alla medesima Commissione alla quale partecipò Diego Cimara che, essendo quest’ultimo il primo fotografo arrivato sul luogo del sequestro, scattò foto per almeno rullini, nelle foto oltre a tutti i presenti, vi erano anche le foto dei corpi a terra, ancora non coperti.

Tornando a casa la stesa sera, Ianni trovò la sua abitazione a soqquadro però, fortunatamente i rullini sono al sicuro, infatti li aveva portati alla sede ANSA di Roma.

Però i rullini (e alcune foto sviluppate da quei rullini) vennero rubate direttamente dall’archivio fotografico dell’agenzia …

A mio avviso Ianni e Diego Cimara sono stati fortunati …

Molte cose scomparvero in seno ala vicenda “Moro” però, fra i reperti sequestrati a Morucci dopo il suo arresto, sarà scoperto un appunto recante il numero di telefono del Commissario Capo Antonio Esposito dell’antiterrorismo (che sembra essere stato in servizio proprio la mattina del rapimento Moro), funzionario di Polizia di Stato leggibile nell’elenco degli iscritti alla Loggia P2, poi ucciso il 21 giugno del 1978 a Genova, dalla Colonna Genovese delle Brigate Rosse.


UN PO’ DI STORIA …

Nel settembre 1944 la sezione difensiva del SIM fu organizzata in Servizio autonomo di controspionaggio.

Il 26 dicembre 1944 la Missione Militare Alleata in Italia (Allied Military Government) indirizzò all’allora Ministero della Guerra una lettera con la quale si stabiliva che i reparti del SlM che avrebbe cambiato nome, infatti, sarebbero stati denominati -per i rapporti con gli alleati- in Italian Army Intelligence ovvero IAI, sotto il controllo diretto dell’OSS statunitense.

Contemporaneamente fu istituito il l° gennaio 1945, il SIM - Servizio Informazioni Militare presso il Comando Supremo italiano, direzione generale che aveva continuato la sua attività indipendentemente dagli alleati.

Tuttavia, proprio in quegli anni, sotto la suggestione degli specialisti degli affari italiani dell’OSS -e poi della CIA- (James Angleton, Carmel Offie, Henry Tasca, Earl Brennan), agirono un’unità di controspionaggio presso il Ministero dell’Interno e diversi Uffici I° presso i principali Comandi militari.

Il 15 agosto 1946 tutte le attività di controspionaggio furono “unificate”, alle dirette dipendenze Ufficio I° dello Stato Maggiore dell'Esercito italiano.

Nell'aprile 1949 l'Ufficio Informazioni dello SME (Stato Maggiore Esercito) passò al neo costituito Servizio Informazioni Forze Armate (SIFAR), composto con personale delle tre Forze Armate, con l’ingresso dell’Italia nella NATO.

Nello stesso anno furono istituiti i tre SIOS (Servizio Informazioni Operative e Situazione) in ciascuna Forza Armata, ovvero SIOS Marina, SIOS Aviazione e SIOS Esercito poi assorbiti tutti nel 1997 dal 2° Reparto Informazioni e Sicurezza che nel 1999 acquisì la Polizia Militare fino al 2007 in pieno collegamento con il SISMi, ad oggi AISE.

Fondamentale è il particolare che dal II° RIS, attualmente dipendono infatti tutti gli uffici degli addetti per la difesa dislocati nei vari paesi del mondo, gli uffici di rappresentanza presso la NATO, SHAPE, OSCE e le National Intelligence Cells (NIC) situate nei vari teatri operativi.

Di fatto, nulla è cambiato da allora!

A chiudere, chi ha ammazzato Aldo Moro?

Il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni di detenzione, al termine di un “processo del popolo” Aldo Moro fu assassinato per mano di Mario Moretti, con la complicità di Germano Maccari, anche se in realtà, e per molti anni, fino alla confessione di Mario Moretti, si considerò che a sparare fosse stato Prospero Gallinari.

La realtà è che Moretti ha trascorso 40 anni in carcere e ora vive a Brescia, godendo del regime di semi-libertà ormai dal lontano 1997.


CONCLUSIONI.

Alla fine della fiera le mie sono solo supposizioni (e non solo le mie), sono solo storie raccontate da chi ha letto altre storie e così via.

Non è possibile scrivere una storia realistica e a senso unico del “Caso Moro” pcome tutti i casi nazionali-internazionali che hanno preso vita in Italia dal dopoguerra perché è davvero complicato reperire notizie, dati e informazioni vere o, quantomeno, corrispondenti ad una verità oggettiva.

Questo perché abbiamo un problema di impossibilità nel dire la verità.

Dal 1º novembre 1814 al 9 giugno 1815 vi fu il Congresso di Vienna, una conferenza di servizi che sostituì una tirannia con un'altra!

L’800 fu un secolo di fermento artistico, politico e sangue che, sebbene all’inizio fu identificato come il “Romanticismo”, ma il diciannovesimo secolo fin da subito prese un'altra piega, quella del “Risorgimento” perché la Rivoluzione Italiana propose il movimento culturale, politico e sociale che incoraggiò l'unificazione richiamando sì, gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano però, nei suoi grandi cambiamenti economici, sociali, produttivi e soprattutto politici, portò all'ascesa della borghesia.

L'attestazione del debutto del concetto di “nazionalità” è effettivamente conseguita in processi di unione nazionale anche in Germania, in Grecia, Francia eccetera e rafforzarsi del “liberalismo” divenne la particolarità dell'Ottocento.

Va detto che proprio l'Italia, in questa fotografia generale in pieno mutamento, fu il Paese a subire le maggiori alterazioni, a livello territoriale con l'Unificazione, a livello politico con la Repubblica Monarchica e a livello economico-sociale con la crescente industrializzazione soprattutto al nord dove ancora oggi persiste questo “fare”.

I primi del ‘900 più o meno li conosciamo tutti con l’ascesa di Adolf Hitler aiutata dal nazionalismo scaturito dalle tensioni sociali attribuite all'azione di gruppi marxisti e poi la grande depressione globale degli anni trenta (conseguenza del crollo di Wall Street del 1929) fece il resto.

Dopo la grande guerra conclusa in Italia con un accordo fra la resistenza, la mafia e i servizi segreti statunitensi, le forze in campo in Italia erano chiare, nette, la destra e la sinistra in contrapposizione assoluta con un vuoto penumatico centrale che qui da noi fu assorbito dalla DC, fattore d’equilibrio mondiale questo che, fin quando la governance di allora rispettò le regole non scritte fece da conduttore e mediatore della trasmissione internazionale in un territorio strategico come l’Italia, tuttavia, quando ad esempio l'aereo italiano Argo-16 (SID e SIOS), utilizzato per riaccompagnare a Tripoli un gruppo di terroristi arabi bloccato il 5 settembre 1973, fattore questo che proprio nel 1973 ne determinò la caduta accidentale nei pressi di Venezia, escludendo a priori l'intervento del Mossad …

Alcune “mosse” dei vertici della DC non furono strategiche come ad esempio, ancora, la liberazione degli arabi avvenuta su richiesta dell'OLP di Yasser Arafat che, in cambio del rilascio, si sarebbe impegnato a non attuare atti di terrorismo in territorio italiano con un impegno assunto dall’OLP direttamente col Ministro degli Esteri italiano pro tempore che, guarda caso, era Aldo Moro che siglò il famoso “Lodo Moro”, il patto segreto di non belligeranza tra lo Stato italiano e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP).

Questo non piacque agli Israeliani né agli Stati Uniti d’America, ovvero i liberatori dal nazismo che, inoltre, volevano l’annientamento dell’OLP di Yasser Arafat!

Ricordiamoci che la tensione della guerra fredda, qui in Italia durata ben 44 anni (dal 1946 al 1991), è stata sovraccaricata dalle tensioni scaturite dal terrorismo rosso, un tipo di eversione armata d’ispirazione comunista e rivoluzionaria, dal terrorismo nero, un tipo di eversione armata di ispirazione neofascista e nazional-rivoluzionaria, dal terrorismo internazionale, dal terrorismo islamico, dalla criminalità organizzata, dalla mafia americana (oltre quella locale) e per di più, dalla strategia della tensione, ovvero, un piano volto a creare una situazione di paura diffusa tra la popolazione, attuata mediante l'organizzazione e la realizzazione di atti terroristici, e che, mediante un disegno eversivo, tende alla destabilizzazione o al disfacimento degli equilibri precostituiti.

Questa era l’Italia del dopoguerra, questo era l’impianto del XX° secolo, questa era l’Italia del terrorismo e del boom economico, questa era l’Italia del piano Marshall, questa era l’Europa del piano “Bird-Dog” dove di colpo alla Germania fu condonato tutto per poi divenire la prima bandiera degli USA, questa era l’Italia di “Quelli dell’Ave Maria”, questa è l’Italia degli imbuti e dei tubi, questa è l’Italia del “mano libera per tutti”, della P2, dei Servizi e degli omicidi e delle stragi senza mandanti, perché in Italia la gente muore ammazzata ma alla fine, non è mai stato nessuno!

Andava detto e l’ho scritto ...

fidi@s1970 - Member 20643 * GNS Press Association

Image: Milano, via De Amicis, 14 maggio 1977, Giuseppe Memeo punta una pistola contro la Polizia durante una manifestazione di protesta; foto di Paolo Pedrizzetti. Quest'immagine è diventata l'icona degli anni di piombo. (Pubblico dominio)

ree

 
 
 

Commenti


OP Osservatorio Politico
GNS PRESS

Iscriviti alla nostra newsletter

Data e ora
Giorno
Mese
Anno
Orario
OreMinuti
Prodotto
Donazione
10 €
20 €
30 €

Tutte le nostre aree web, sito, blog, social "OP Osservatore Politico" non rappresentano una testata giornalistica in quanto vengono aggiornati senza alcuna periodicità.

Non possono, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.

  • Blogger
  • Facebook
  • Instagram
  • Youtube

IL MOTTO SCELTO PER OP (Mino Pecorelli)

"Comment is free, but facts are sacred. Comment also is justly subject to a selfimposed restraint. It is well to be frank. It is even better to be fair. This is an ideal."

È una frase di C.P. Scott, direttore del Guardian per 57 anni, dal 1873 al 1930.

Copyright

© 2035 by ifyou&communicationbrother's

Powered and secured by Old&Fast Accurate Affair Group

GDPR Privacy
GNS PRESS
bottom of page