Carceri italiane? Un sistema in macerie! Signor Ministro serve l’amnistia prima che tutto crolli, definitivamente.
- oposservatoriopoli
- 23 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Sovraffollamento da record: una vera vergogna nazionale!
Ministro Nordio...È davvero questa l’eredità che vuole lasciare all’Italia?
Le carceri italiane ospitano oltre 62.700 detenuti a fronte di circa 51.300 posti regolamentari, con un tasso medio di affollamento reale del 133%, superando il livello già critico di anni precedenti.
Alcune strutture raggiungono picchi scandalosi: Milano San Vittore supera il 220 %, Foggia oltre il 212%, Brescia “Canton Monbello” Casa circondariale - Nerio Fischione oltre il 200%.
Il sovraffollamento ormai “cronico” impone situazioni degradanti, celle minime, igiene assente, ventilazione carente, zero privacy.
Che dire dei morti, suicidi e della disperazione quotidiana?
Il 2024 ha registrato 91 suicidi, il numero più alto mai registrato; dal 1° gennaio al 30 aprile 2025 se ne contano già decine.
Non vorremo sbagliare, ma dovrebbero essere 42 fino ad oggi.
Il Garante nazionale segnala un suicidio ogni 3 giorni e una mortalità totale superiore ai 100 detenuti in primi mesi del 2025.
Anche tra il personale penitenziario la situazione è allarmante: turni massacranti, stress estremo e suicidi tra gli agenti.
Il nostro ormai, è un sistema fallace e non solo nel reinserimento.
Oltre il 30% dei detenuti è in attesa di giudizio, molti innocenti o per reati minori; circa il 73% sconta pene definitive.
Questo alimenta la recidiva e dimostra il fallimento dello scopo rieducativo del carcere.
Il sistema italiano investe poco nelle misure alternative, nella giustizia riparativa e nella prevenzione - e continua a criminalizzare piuttosto che riabilitare.
Che dire della sanità penitenziaria?
Nulla.
Un altro fronte disastrato…
Le malattie infettive dilagano: tubercolosi, epatiti, HIV - rincarate dalla promiscuità, uso di materiali condivisi, assenza di igiene e cure adeguate.
Il numero di detenuti con patologie psichiatriche è elevatissimo; le strutture dedicate (REMS) sono insufficienti e i tempi d’attesa interminabili.
Non basta il “contentino” delle misure tampone, il Ministro Nordio, infatti, propone “uscite anticipate” per circa 10.000 detenuti non pericolosi, e l’uso di celle container prefabbricate: soluzioni superficiali, costose (una spesa di oltre 83.000 euro a posto letto) e inadeguate al rispetto della dignità umana.
Su 62.700 detenuti ci dichiara l'esistenza di 10.000 detenuti non pericolosi.
Ma questi dati da dove vengono?
Si promettono 15.000 nuovi “posti letto” entro il 2027 con un piano da 758 milioni di euro, ma la vera riforma strutturale rimane un miraggio, una bugia.
Sappiamo tutti che questo non avverrà, per lo meno in questa tempistica annunciata.
Intanto, il decreto su un nuovo reato di "rivolta carceraria" criminalizza anche forme passive di protesta, alimentando isolamento e tensione interna.
Siamo alla follia pura.
Signor Ministro, non ne abbia a male, ma Lei così oggi appare “parte del problema, non della soluzione.
Gli effetti tampone non sono riforme strutturali, la proposta di container è a dir poco esilarante ancor prima che disarmante, di certo non può essere un’alternativa alla detenzione attuale.
Con queste trovate c’è chi può comprarsi i titoli di coda ma non si legge alcun “mea culpa”.
A seguire c’è poca trasparenza e uno scarso impegno reale, il piano “Carcere Sicuro” infatti, resta un documento, mancano dati concreti su posti recuperati e assunzioni attuate, un classico che mai ci saremo aspettati da questo governo.
Noi siamo uno stato di diritto e garantista, cos’è questo atteggiamento?
Stiamo assistendo ad una politica penale punitiva e poco lungimirante in più, nessuna voce critica per il precostituito orientamento repressivo che ha portato a incarcerare migliaia di persone per reati minori.
Siamo nel pieno della violazione dei diritti umani codificata: l’UE condanna l’Italia da anni per trattamenti inumani e degradanti, senza alcuna reale inversione di marcia, anzi si stà accelerando verso un muro e senza freni.
Questo appare un sistema inemendabile che si nutre di silenzi.
Le carceri italiane non sono solo edifici degradati, sono simboli di un fallimento collettivo.
Un ministero incapace di agire in modo speculare alla Costituzione (articolo 27), che dovendo educare marginalizza e disumanizza si allinea contro il popolo e contro la Costituzione stessa.
Le vere riforme?
No, non quelle dei container prefabbricati o delle uscite “politicamente corrette” per acchiappare like.
Le riforme sono l’investimento in giustizia riparativa, alternative alla detenzione, assistenza psicologica e sanitaria, riduzione della custodia cautelare, trasparenza dei dati e reinserimento reale.
Signor Ministro serve una AMNISTIA.
Non un container, cazzo... ma un AMNISTIA.
Signor Ministro tolga le cuffie istituzionali e ascolti la voce di chi opera ne settore, Forze dell’Ordine, Assistenti Sociali, Medici financo Magistrati e Giudici che hanno gli uffici farciti, ripieni, ingolfati da fascicoli che non si sbloccheranno mai se non in una prescrizione, con il rischio altissimo che poi in prescrizione ci vadano proprio i fascicoli più importanti.
Fino a quando Lei, Signor Ministro Nordio, ed i Suoi collaboratori, considererete il carcere come una scorciatoia punibile anziché come un’opportunità di recupero, l’Italia continuerà a macchiarsi di tortura silenziosa.
In carcere non ci vivono solo i delinquenti.
In gattabuia non ci vanno solo coloro che hanno sbagliato, vogliamo forse ricordare al Signor Ministro i numeri degli errori (orrori) giudiziari che si sono sviluppati durante gli anni?
Glielo ricordiamo noi.
Dal 1991 al 2022 sono stati accertati 222 errori giudiziari, con una media di circa 7 casi all’anno.
Questi casi riguardano persone condannate in via definitiva e poi assolte in seguito a revisione, con risarcimenti complessivi pari a circa 76 milioni di euro, una media annua di 2,46 milioni.
Tra il 1992 e il 2023, si registrano, inoltre, oltre 31.175 casi di innocenti finiti in carcere o agli arresti domiciliari senza reati realmente commessi, una media di circa 974 persone l’anno.
Il costo cumulativo per lo Stato ha superato 987 milioni di euro, con una media annua di quasi 29 milioni.
Solo nel 2023, furono 619 casi di ingiusta detenzione con 27,8 milioni di euro risarciti…
Signor Ministro, La prego, facciamola finita di nasconderci dietro una cella...
Chi volesse ancora chiamarla “pena”, forse non ha mai visto cosa cazzo questo sistema è davvero diventato...
lettera aperta di OP










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