Bibbia, Corano, Talmud, Tanakh e il …Gattopardo!
- oposservatoriopoli
- 18 set
- Tempo di lettura: 8 min
(Un viaggio fra i testi sacri cristiani, ebraici, islamici, indiani financo mistici ed esoterici.)
"Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa narra il declino della nobiltà siciliana durante il Risorgimento, attraverso lo sguardo disincantato del principe Fabrizio di Salina.
Il romanzo illustra il passaggio di potere dalla vecchia aristocrazia alla nuova borghesia emergente, simboleggiato dall'unione tra il nipote del principe, Tancredi, e la ricca Angelica, figlia del borghese Don Calogero Sedàra.
La famosa frase “Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi”riassume il tema centrale: un'apparente trasformazione che in realtà garantisce la continuità degli equilibri di potere, con il principe che osserva impotente la fine di un'epoca.
Di seguito la Bibbia racconta la storia del rapporto di amore e alleanza tra Dio e l'uomo, iniziando dalla creazione del mondo fino al Nuovo Testamento, che narra la nascita di Gesù Cristo, il suo messaggio e l'inizio della comunità cristiana.
È un testo sacro che contiene la rivelazione di Dio e si divide in Antico e Nuovo Testamento.
Con l'Antico Testamento che descrive il popolo ebraico e il Nuovo Testamento che si concentra su Gesù e i primi cristiani.
Entrambi i testi sono testi sacri che credono in un unico Dio, ma differiscono nella descrizione della sua natura e nel ruolo di Gesù.
Strano è che proprio a Lampedusa iniziano gli sbarchi per la contaminazione nazionale …
Ma questa è un altra storia...
A seguire il Corano è il testo sacro islamico, considerato la parola letterale di Dio (Allah) rivelata al profeta Maometto, e narra l'unità di Dio, la storia dei profeti e le leggi della vita.
Il Corano è il libro sacro dell'Islam, considerato la parola letterale di Dio (Allah) rivelata al profeta Maometto attraverso l'arcangelo Gabriele.
È una guida per i musulmani su fede, culto e legge, e il suo tema centrale è il rapporto tra Dio e i suoi fedeli. Il testo è diviso in 114 capitoli (surate), che sono a loro volta suddivisi in versetti (ayat).
Il Talmud è una raccolta di leggi, tradizioni, etica, filosofia e commenti rabbinici alla Torah ebraica, considerata il più importante testo rabbinico e un "manuale" per la vita e la religione ebraica.
Il Tanakh è la Bibbia ebraica, un acronimo delle sue tre divisioni principali: la Torah (Legge), i Nevi'im (Profeti) e i Ketuvim (Scritti).
La Torah racconta la creazione del mondo e la storia dei patriarchi fino a Mosè.
I Nevi'im narrano le vicende dei re e dei profeti e l'esilio babilonese.
I Ketuvim includono poemi, saggezza e racconti storici.
Tutti i testi sacri raccontano di saggezza, di indirizzi di luce, di beatificazione, di arrivo alla pace, alla bontà, alla realizzazione dell’essere umano nell’incontro con Dio e/o i suoi surrogati.
Ed ancora raccontano di storia, di gentilezza, di educazione e di amabilità fra gli uomini come fratelli e sorelle.
Però?
Però...C’è sempre un però…
E cazzo se c'è un però...
Molti testi sacri contengono ordini precisi su cosa è giusto o sbagliato, con punizioni molto severe per trasgressioni di regole morali, civili, sessuali.
Ad esempio, nel Vecchio Testamento/Bibbia ci sono leggi su adulterio, sabato, divieto di certi cibi, pena di morte per atti considerati peccati.
In molti casi, le donne hanno una posizione secondaria, subalterna, con doveri imposti e libertà limitate.
Alcune leggi nei testi antichi prescrivono che la donna debba essere sottomessa al padre, e successivamente al marito.
Altro esempio, nel Manusmriti, testo religioso-giuridico dell’India antica, ci sono versi che prescrivono che la donna sia sempre soggetta a un uomo (padre, marito, figli) e che "non debba essere indipendente".
Alcuni testi contengono storie in cui viene ordinata l’eliminazione di interi popoli, guerre sante, distruzione di nemici, punizioni collettive: atti che oggi vengono visti come moralmente inaccettabili.
Alcune parti dei testi sacri possono essere interpretate come ostili ad altre religioni, o promuovere idea di “popolo eletto” contro popoli “infedeli”.
Tali passaggi sono spesso usati per giustificare intolleranza, persecuzione, e conflitti.
Un esempio? Nei testi biblici/antichi si trovano comandi di non mescolarsi con popoli idolatri, avversari, oppure divieti, o ordini contro chi pratica altre divinità.
Molti testi sacri riflettono una società in cui pratiche considerate oggi atroci erano normali: schiavitù, subordinazione, differenze legali tra classe alta e bassa, condizionamenti etnici, sessuali, economici.
Alcuni passi sembrano contraddire altri (esempi di norme giuste/ingiuste, misericordia/giustizia feroce) a seconda delle interpretazioni.
Spesso è difficile capire come applicare oggi certe regole scritte per culture e momenti storici molto diversi.
Alcune istruzioni che una volta erano utili per una società arcaica possono diventare dannose o inapplicabili oggi.
Solleviamo critiche al Corano, in esso vengono sollevate questioni come quelle dell’abrogazione di certi versi, leggi su adulterio, pena per rapporti sessuali, diritti di testimonianza in alcuni contesti, ruoli di genere, etc.
E solleviamo critiche alla Bibbia (Vecchio Testamento in particolare): comandi morali severi, punizioni fisiche, norme sull’omicidio, castighi collettivi.
Fino a che punto si devono considerare “universali e immutabili” certe norme scritte nei testi sacri?
Per molti credenti, il valore spirituale, morale, guida esistenziale dei testi supera questi elementi difficili o li interpreta in modo allegorico o contestuale.
Quindi...quello che succede nel mondo viene dettato dalle regole religiose?
Si, in parte sì, perché oltre ai fedeli ci sono i fanatici, gli integralisti e spesso sono armati, e non solo di buone intenzioni...
E nella Bibbia?
Per citarne alcuni, nel libro di Giosuè, Dio ordina agli Israeliti di sterminare intere popolazioni (Cananei, Amaleciti, ecc.), compresi donne e bambini (Giosuè 6, 21; 1 Samuele 15, 3).
Si tratta di veri e propri genocidi giustificati come volontà divina.
Nel Levitico e nel Deuteronomio, molte trasgressioni minime prevedono la pena di morte: bestemmia (Levitico 24, 16), lavorare di sabato (Esodo 31, 15), disobbedire ai genitori (Deuteronomio 21, 18-21).
Sono imposizioni che oggi verrebbero considerate barbarie giuridiche.
L’idea del “popolo eletto” (Israele) contrapposto a tutti gli altri popoli considerati “impuri” o idolatri.
I non-ebrei (ovvero i “gentili”) sono spesso descritti come inferiori, destinati alla sottomissione o alla distruzione.
Nei testi profetici, Dio "minaccia continuamente popoli stranieri" con guerre e calamità come punizione.
Infine la schiavitù e la sottomissione della donna!
La Bibbia non condanna la schiavitù, anzi la norma: (Levitico 25, 44-46) dice che si possono comprare schiavi dalle nazioni vicine e lasciarli in eredità ai figli e poi (Esodo 21, 20-21), ammette che se un padrone picchia il proprio schiavo fino a ucciderlo “non sarà punito, purché l’uomo sopravviva almeno un giorno”.
Infine in caso di stupro, la donna viene obbligata a sposare lo stupratore se lui paga il padre (Deuteronomio 22, 28-29).
Corano e Bibbia, stupri, violenza, sottomissione, stragi, minacce, subordinazione, brutalità, prepotenza in nome di un Dio buono.
Sia Allah che Dio nostro Signore!
E nell’ebraismo?
Nel Tanakh (Antico Testamento ebraico), testo fondante dell’ebraismo iniziamo con le guerre di sterminio ordinate da Dio: distruzione di interi popoli (Amalekiti, Cananei, Madianiti). (Deuteronomio 20, 16-17; 1 Samuele 15, 3).
Poi con il popolo eletto contro altri popoli, gli Israeliti vengono posti al di sopra degli altri, che sono “impuri”, “idolatri” o destinati alla rovina (Deuteronomio 7, 1-6), a seguire le Leggi discriminatorie, gli stranieri, infatti, possono essere sfruttati, ridotti in schiavitù (Levitico 25, 44-46) e infine le Punizioni estreme, lapidazioni, pene di morte per reati minimi (bestemmia, sabato violato, ribellione ai genitori).
Come inizio niente male!
Nel Talmud poi, sono chiare le discriminazioni giuridiche verso i “non-ebrei” con conseguenti punizioni molto severe e applicazioni rigide.
Ma, nel talmud c’è molto altro!!!
Vi lasciamo gustare alcune frasi del Talmud …
Dal Bava Metzia (il secondo dei primi tre trattati della Mishnah e del Talmud) “I Giudei sono esseri umani; le altre persone del mondo non sono esseri umani, ma bestie.”
Luḥot HaBerit (le tavole di pietra che, secondo il Tanakh, Mosè ricevette sul Monte Sinai direttamente da Dio): “Nonostante le persone del mondo somiglino esteriormente ai Giudei, loro sono in effetti solo come scimmie paragonate agli uomini.”
Schulchan Aruch: “I matrimoni tra Gentili non sono dei veri legami: la loro coabitazione è come tenere cavalli in coppia, pertanto i loro figli non sono umanamente legati ai loro genitori.”
Kethuboth: “Il seme (figlio) del Cristiano non vale più di quello di una bestia.”
Eben Haezar: “Tutte le donne non-ebree sono prostitute.”
Schulchan Aruch, Johre Deah: “Ad un giudeo è permesso stuprare, truffare, e spergiurare; ma deve curarsi di non farsi scoprire, così che Israele possa non soffrire.”
Gad. Shas. 2, 2.: “Un Giudeo può violentare, ma non sposare una non-Ebrea.”
Aboda Shara 37°: “Una ragazza Gentile dall’età di tre anni può essere violentata.”
Sanhedrin: “Ogni straniero (Non-ebreo) che onora la Domenica, dev’essere ucciso senza esitazione.”
Rasoni, Exodus 14: “Il migliore tra i Cristiani dev’essere strangolato.”
Schulchan Aruch, Choschen Hamischpath, 338: “E’ permesso uccidere un denunciatario degli Ebrei dappertutto, E’ permesso farlo anche prima che abbia denunciato.”
Potremmo andare avanti per molto e comunque sia, l’impronta inziale è quella che conta e a noi appare non male come testo sacro per di chi ha subito l’Olocausto, o meglio la Shoah.
Si, perché il termine "Olocausto" ha un significato religioso ("offerta a Dio") e per questo alcuni preferiscono "Shoah" (che significa "desolazione, catastrofe"), adottato dalla comunità ebraica già nel 1940 per indicare specificamente la tragedia degli ebrei.
Dopo queste letture, terribili e assolutamente disoneste, volte ad una prevaricazione generale di un popolo sull’altro, o peggio, di una fede sull’altra, voglio lasciarvi con un piccolo brano tratto fedelmente da un altro libro assai complicato.
Ma, non voglio spoilerare altro...
“…L'istituzione che oggi erroneamente porta il nome di "Stato", conosce soltanto due tipi di individui: i cittadini dello Stato e gli stranieri.
I cittadini dello Stato sono quelli che sia per nascita che per naturalizzazione godono dei diritti di cittadinanza; gli stranieri sono quelli che godono di simili diritti sotto altri stati.
Al giorno d'oggi questi diritti vengono acquisiti in primo luogo per il fatto di essere nati nei confini dello Stato.
La razza e la nazionalità non hanno alcun ruolo in essi.
Il figlio di un Nero, che una volta viveva in un protettorato Tedesco ed ora si trova in Germania, è automaticamente un cittadino dello Stato Tedesco.
L'intera procedura per acquisire la cittadinanza di Stato non è molto diversa da quella per diventare membro di un club automobilistico, per esempio.
So che non è piacevole da sentire; ma è impossibile concepire qualcosa di più folle e meno pianificato della nostra attuale legge sulla cittadinanza di Stato.
Ma almeno esiste uno Stato in cui sembrano esserci dei deboli tentativi di ottenere una migliore gestione.
Naturalmente non mi riferisco al modello della nostra Repubblica Tedesca, ma agli Stati Uniti d'America, che stanno cercando, parzialmente e ad ogni livello, di includere il buon senso nei loro consigli.
Rifiutano di permettere l'immigrazione di elementi che sono negativi dal punto di vista della salute, e vietano assolutamente la naturalizzazione di alcune razze prestabilite, e quindi si stanno avviando in maniera modesta verso qualcosa di non troppo diverso dal concetto di Stato nazionale…”
“…Non dirò che la maniera in cui stavo facendo la loro conoscenza era per me piacevole. Vedevo sempre l’Ebraismo come una religione, e quindi a causa dell’umana tolleranza non mi piaceva ancora attaccarli sul terreno religioso. Per cui consideravo il tono adottato dalla stampa antisemita di Vienna indegno delle tradizioni culturali di una grande nazione. Ero oppresso dal ricordo di alcuni eventi del Medioevo che non vorrei vedersi ripetere. Poiché i giornali in questione non avevano in generale una grande reputazione – come questo accadde non lo seppi mai con esattezza – li vedevo più come un prodotto di rabbia e gelosia che il risultato di una genuina anche se ostinata opinione…”
Questo che ho scelto di trascrivere e farvi leggere è un brano scrupolosamente dedicato all’immigrazione, tasto dolente e attuale del mondo occidentale ed un riferimento storico agli ebrei.
Ciò che mi lascia perplesso, e se vogliamo anche dubbioso e molto molto preoccupato, è che questi ultimi brani, d’impatto “morbidi” e decisamente “raziocinanti” nella loro interezza, non sono parte di un testo sacro laddove - a quanto pare - è plausibile stuprare, segregare, ridurre in schiavitù, mentire, tradire finanche uccidere e prevaricare del tutto un popolo, ma è un pezzo tratto dal “Mein Kampf” di Hitler.
Quindi... scritto dal demonio...
Direi che c’è ancora tanto da riflettere …ma sopratutto...molto da fare per migliorare...
a cura di Mino e Fidi@s1970
image by OP magazine










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